Nel wrestling tutti interpretano una parte. Poi c’è Brock Lesnar.
Sfondare la quarta parete. Un concetto affascinate in cui il personaggio prende consapevolezza di essere parte di un mondo fittizio, e d’un tratto decide di rivolgersi direttamente a quello reale. Chi compie un’azione simile usa le parole come arma per infrangere la parete, un po’ come CM Punk con la sua pipebomb nel giugno di un paio di anni fa.
Sfondare la quarta parete. Un concetto affascinate in cui il personaggio prende consapevolezza di essere parte di un mondo fittizio, e d’un tratto decide di rivolgersi direttamente a quello reale. Chi compie un’azione simile usa le parole come arma per infrangere la parete, un po’ come CM Punk con la sua pipebomb nel giugno di un paio di anni fa.
C’è poi un caso più unico che raro, un caso dove è l’essenza stessa del wrestler, la sua storia, ad avere una multidimensionalità tale da renderlo speciale: stiamo parlando ovviamente di Brock Lesnar.
Cercate una pagina di wikipedia riportante tutto il roster WWE. Scorrete i nomi. Non so voi, ma io non ne trovo nessuno in grado di suscitare le stesse sensazioni di pericolosità e potenza di Lesnar. Ci sono diversi motivi che lo pongono il modo diametralmente opposto rispetto a tutti gli altri.
Innanzitutto c’è la sua storia, grazie alla quale è in grado di abbatte la quarta parete. Lesnar andando in UFC e divenendone campione ha legittimato la sua forza agli occhi del pubblico. Solo il dimostrane di riuscire a vincere in uno sport non predeterminato lo ha trasportato a un livello successivo irraggiungibile, per chi è rimasto nel calderone del wrestling entertainment. C’è stata una sovrapposizione tra il Lesnar wrestler e il Lesnar non-wrestler, quasi come se tutti gli altri recitassero una parte, mentre lui rimane sempre se stesso, dentro e fuori la WWE.
Un altro merito per aver realizzato questa sovrapposizione va dato al tipo di impronta che è stata data al suo ritorno del giugno dello scorso anno. Non si è neanche provato a mascherare la sua parentesi in UFC, anzi, la si è esaltata. Gli è stato concesso di indossare quello specifico tipo di attire, il suo stile di lotta è stato improntato più sulle MMA che sul wrestling. Come mossa finale ha introdotto laKimura Lock, mossa di sottomissione che non fa altro che rendere ancora più realistica la sua pericolosità.
Ma questa impronta non è stata data solo attraverso il modo di vestire e quello di combattere. Mi è piaciuta molto la sua prima parentesi del ritorno al wrestling, quando è stato presentato non solo come ass-kicker, ma anche come mercenario. Ricordiamo tutti il suo ultimo match in WWE prima dell’abbandono, dove il pubblico gridava a lui e Goldberg di essere due venduti. E che Brock nella realtà dei fatti sia ora tornato più che questioni economiche che per un ritorno di fiamma verso lo sport-spettacolo è facilmente percepibile. Averlo ripresentato come l’uomo richiamato per legittimare il wrestling, ma che dall’alto della sua posizione chiede mille privilegi, è stato un colpo di genio. Il pubblico sapeva di guardare all’opera non un wrestler che recita una parte, ma un mercenario vero e proprio, inoltre pericolosissimo.
In aggiunta ci sono i risultati che hanno confermato la sua forza rispetto al resto del roster. Appena tornato si è trovato Cena sulla sua strada. Il match è stato una carneficina, con Lesnar che ha disposto del suo avversario in ogni momento, potendo chiudere il match quando voleva ma preferendo prolungare la sofferenza del rivale. Alla fine Cena, il più forte in chiave mark da anni tra tutti i wrestler, capendo di non essere in grado di vincere con le sue sole forze, ha dovuto ricorrere a una catena, in un certo senso ad essere sleale, a tradire i suoi valori pur di non soccombere. Ad essere schienato è stato Lesnar, ma proprio per le modalità in cui è avvenuta si è rivelata una sconfitta indolore, direi addirittura una vittoria.
Poi c’è stato l’incontro di Summerslam con Triple H, dove il Re dei Re ci ha rimesso un braccio e l’onore, costretto a cedere come raramente gli accade (a memoria negli ultimi 6 o 7 anni direi solo contro Cena e l’Undertaker), oltre che essere giunto a un passo dal ritiro.
A tutti questi elementi nuovi aggiungete i ricordi dei fan sul vecchio Lesnar, quel giovane talento arrivato dal nulla e che in breve tempo aveva scalato le gerarchie WWE per arrivare alla vetta.
Ora c’è il rematch contro Triple H, un incontro che quasi certamente perderà, ma la presenza diMichaels all’angolo di The Game mi fa pensare che solo grazie a un intervento diretto di HBK potrà perdere Lesnar, per quella che come con Cena si rivelerà una sconfitta indolore.
No, Lesnar non è come gli altri membri del roster. Scorrendo i nomi trovo anche difficile accostarlo con certi wrestler pur considerati forti. Uno come Sheamus, in chiave mark tra i migliori in WWE, messo contro Lesnar mi sembrerebbe quasi un bambino albino, passatemi l’esagerazione; il grande affamatoRyback farebbe indigestione se posto sullo stesso ring con Brock; questi ormai è su un livello troppo distante da loro. Lesnar con questo suo non-personaggio, con questa suo carico di realtà, in WWE ormai sembra un uomo che passeggia tra statue di cera. Non è neanche facile trovargli avversari all’altezza. Per ora gli hanno mandato contro il simbolo di questa era che pur vincendo ne è uscito a pezzi, poi hanno dovuto prendere un Triple H, wrestler che agli occhi del pubblico regge il confronto con Lesnar solo grazie al rispetto guadagnatosi in molti anni di vittorie ottenute nella sua carriera.
La collaborazione con la WWE sembra ormai certo che proseguirà nel post Wrestlemania, il tempo ci dirà chi sarà all’altezza di rappresentare il nuovo avversario di Lesnar.
Cercate una pagina di wikipedia riportante tutto il roster WWE. Scorrete i nomi. Non so voi, ma io non ne trovo nessuno in grado di suscitare le stesse sensazioni di pericolosità e potenza di Lesnar. Ci sono diversi motivi che lo pongono il modo diametralmente opposto rispetto a tutti gli altri.
Innanzitutto c’è la sua storia, grazie alla quale è in grado di abbatte la quarta parete. Lesnar andando in UFC e divenendone campione ha legittimato la sua forza agli occhi del pubblico. Solo il dimostrane di riuscire a vincere in uno sport non predeterminato lo ha trasportato a un livello successivo irraggiungibile, per chi è rimasto nel calderone del wrestling entertainment. C’è stata una sovrapposizione tra il Lesnar wrestler e il Lesnar non-wrestler, quasi come se tutti gli altri recitassero una parte, mentre lui rimane sempre se stesso, dentro e fuori la WWE.
Un altro merito per aver realizzato questa sovrapposizione va dato al tipo di impronta che è stata data al suo ritorno del giugno dello scorso anno. Non si è neanche provato a mascherare la sua parentesi in UFC, anzi, la si è esaltata. Gli è stato concesso di indossare quello specifico tipo di attire, il suo stile di lotta è stato improntato più sulle MMA che sul wrestling. Come mossa finale ha introdotto laKimura Lock, mossa di sottomissione che non fa altro che rendere ancora più realistica la sua pericolosità.
Ma questa impronta non è stata data solo attraverso il modo di vestire e quello di combattere. Mi è piaciuta molto la sua prima parentesi del ritorno al wrestling, quando è stato presentato non solo come ass-kicker, ma anche come mercenario. Ricordiamo tutti il suo ultimo match in WWE prima dell’abbandono, dove il pubblico gridava a lui e Goldberg di essere due venduti. E che Brock nella realtà dei fatti sia ora tornato più che questioni economiche che per un ritorno di fiamma verso lo sport-spettacolo è facilmente percepibile. Averlo ripresentato come l’uomo richiamato per legittimare il wrestling, ma che dall’alto della sua posizione chiede mille privilegi, è stato un colpo di genio. Il pubblico sapeva di guardare all’opera non un wrestler che recita una parte, ma un mercenario vero e proprio, inoltre pericolosissimo.
In aggiunta ci sono i risultati che hanno confermato la sua forza rispetto al resto del roster. Appena tornato si è trovato Cena sulla sua strada. Il match è stato una carneficina, con Lesnar che ha disposto del suo avversario in ogni momento, potendo chiudere il match quando voleva ma preferendo prolungare la sofferenza del rivale. Alla fine Cena, il più forte in chiave mark da anni tra tutti i wrestler, capendo di non essere in grado di vincere con le sue sole forze, ha dovuto ricorrere a una catena, in un certo senso ad essere sleale, a tradire i suoi valori pur di non soccombere. Ad essere schienato è stato Lesnar, ma proprio per le modalità in cui è avvenuta si è rivelata una sconfitta indolore, direi addirittura una vittoria.
Poi c’è stato l’incontro di Summerslam con Triple H, dove il Re dei Re ci ha rimesso un braccio e l’onore, costretto a cedere come raramente gli accade (a memoria negli ultimi 6 o 7 anni direi solo contro Cena e l’Undertaker), oltre che essere giunto a un passo dal ritiro.
A tutti questi elementi nuovi aggiungete i ricordi dei fan sul vecchio Lesnar, quel giovane talento arrivato dal nulla e che in breve tempo aveva scalato le gerarchie WWE per arrivare alla vetta.
Ora c’è il rematch contro Triple H, un incontro che quasi certamente perderà, ma la presenza diMichaels all’angolo di The Game mi fa pensare che solo grazie a un intervento diretto di HBK potrà perdere Lesnar, per quella che come con Cena si rivelerà una sconfitta indolore.
No, Lesnar non è come gli altri membri del roster. Scorrendo i nomi trovo anche difficile accostarlo con certi wrestler pur considerati forti. Uno come Sheamus, in chiave mark tra i migliori in WWE, messo contro Lesnar mi sembrerebbe quasi un bambino albino, passatemi l’esagerazione; il grande affamatoRyback farebbe indigestione se posto sullo stesso ring con Brock; questi ormai è su un livello troppo distante da loro. Lesnar con questo suo non-personaggio, con questa suo carico di realtà, in WWE ormai sembra un uomo che passeggia tra statue di cera. Non è neanche facile trovargli avversari all’altezza. Per ora gli hanno mandato contro il simbolo di questa era che pur vincendo ne è uscito a pezzi, poi hanno dovuto prendere un Triple H, wrestler che agli occhi del pubblico regge il confronto con Lesnar solo grazie al rispetto guadagnatosi in molti anni di vittorie ottenute nella sua carriera.
La collaborazione con la WWE sembra ormai certo che proseguirà nel post Wrestlemania, il tempo ci dirà chi sarà all’altezza di rappresentare il nuovo avversario di Lesnar.
FONTE:ZONAWRESTLING.NET