Pochi giorni a Wrestlemania 29 e una certezza: Jack Swagger, un mito che ha settato un nuovo standard nel buttare al vento una intera carriera. Non siamo al livello di Jeff Hardy in TNA, che ha tirato la catena a Victory Road 2011, ma comunque abbiamo raggiunto vette importanti.
Parto dal principio, dicendovi che la WWE sta gestendo la situazione nel modo migliore possibile; senza isterismi e inversioni repentine. Con calma, ha semplicemente ucciso ogni evoluzione del feud che lo vede contrapposto a Del Rio.
Che, detto tra noi, fino al fatidico momento, ci piaceva e anche parecchio la costruzione; l’unica faida nuova e non riciclata dal passato. Un manager con i contro fiocchi, video “ribelli” su YouTube, spazio televisivo per costruire con calma un nuovo character e l’occasione della vita che non andava buttata.
Nonostante non sia mai stato un fan di Jack Swagger, principalmente per la modesta scioltezza ad usare il microfono, mi aveva interessato parecchio questo suo stint. Con un Del Rio abbandonato a se stesso e senza i mezzi necessari per essere un buon face, la nemesi Nazionalista della coppia Swagger e Colter era perfetta in condizioni “normali”. Una gimmick che aveva il potenziale di salvare l’intera carriera di Swagger, che si è trascinata con pochissimo di esaltante alle spalle. Compreso quel titolo di Smackdown di qualche anno fa.
E’ ovvio che una posizione così propizia al rilancio di un wrestler, poteva essere stoppata esclusivamente da un fattore extra ring. Nella fattispecie l’arresto. Per cause che conosciamo tutti e che in passato la WWE non ha fatto sconti ai propri dipendenti. Ed è giusto così, nell’epoca di internet sarebbe come nascondere la testa sotto la sabbia e “legalizzare” comportamenti simili sarebbe un autogol clamoroso, nei confronti della policy della compagnia.
Policy che equivale al tanto discusso PG, che di buono ha portato un equilibrio nella logica delle storyline, escludendo temi scomodi anche solo da affrontare in tv. Non vediamo nessun wrestler esagerare con gli alcolici, ben che meno tabacchi vari, per non parlare della totale cancellazione di gimmick che abbiano riferimenti sessuali più o meno velati. Il niente sangue è uno specchietto per le allodole.
Bill Watts, quando era il dispotico head booker in WCW nel 1992, era solito ripetere ai suoi wrestler di badare al sodo, all’essenziale e togliere ogni fronzolo alla costruzione di un match, compreso il sangue. Un approccio che riportava il wrestling a venti anni prima.
Ciò che spesso leggo è che il PG ha tolto il sangue nei match. No, il PG ha tolto la “testa” ai fan. Gli spettacoli e i character WWE, oggi sono isolati e senza riferimenti con il mondo reale. Durante l’era Attitude, c’erano segmenti così concreti e realistici da rompere la quarta parete. Il fan di wrestling non viveva isolato nel suo incantato universo, ma si “scontrava” con ciò che il mondo nel bene e nel male aveva da offrire. Certo, adesso i tempi sono cambiati. Una Wrestlemania si costruisce in un mese e il pubblico è meno educato ad un prodotto diverso. Ma è molto più educato, anzi meglio dire abituato, a vedere le Superstars impegnate in generosi e patinati atti di beneficenza. Con una luce che santifica ogni momento pubblico e privato di chi compare negli show WWE.
Per sintetizzare se Swagger avesse svaccato nel 1998, molto probabilmente non ci sarebbero state conseguenze, oggi, giustamente, la musica è diversa.
Il risultato di Wrestlemania sarà così scontato da dedicare le ultime righe a immaginare già il futuro del titolo Heavyweight; che vedo ben saldo alla vita di Del Rio fino a che Ziggler (il piano B a Swagger) non vorrà incassare la valigetta e dare un senso a SmackDown, ormai ridotto a essere uno show di secondo livello con un campione di secondo livello. Mi auguro direttamente a Wrestlemania, in modo tale da dimenticarci di aver vissuto questa faida trascendentale con Swagger e il contenuto della sua autovettura.
Che, detto tra noi, fino al fatidico momento, ci piaceva e anche parecchio la costruzione; l’unica faida nuova e non riciclata dal passato. Un manager con i contro fiocchi, video “ribelli” su YouTube, spazio televisivo per costruire con calma un nuovo character e l’occasione della vita che non andava buttata.
Nonostante non sia mai stato un fan di Jack Swagger, principalmente per la modesta scioltezza ad usare il microfono, mi aveva interessato parecchio questo suo stint. Con un Del Rio abbandonato a se stesso e senza i mezzi necessari per essere un buon face, la nemesi Nazionalista della coppia Swagger e Colter era perfetta in condizioni “normali”. Una gimmick che aveva il potenziale di salvare l’intera carriera di Swagger, che si è trascinata con pochissimo di esaltante alle spalle. Compreso quel titolo di Smackdown di qualche anno fa.
E’ ovvio che una posizione così propizia al rilancio di un wrestler, poteva essere stoppata esclusivamente da un fattore extra ring. Nella fattispecie l’arresto. Per cause che conosciamo tutti e che in passato la WWE non ha fatto sconti ai propri dipendenti. Ed è giusto così, nell’epoca di internet sarebbe come nascondere la testa sotto la sabbia e “legalizzare” comportamenti simili sarebbe un autogol clamoroso, nei confronti della policy della compagnia.
Policy che equivale al tanto discusso PG, che di buono ha portato un equilibrio nella logica delle storyline, escludendo temi scomodi anche solo da affrontare in tv. Non vediamo nessun wrestler esagerare con gli alcolici, ben che meno tabacchi vari, per non parlare della totale cancellazione di gimmick che abbiano riferimenti sessuali più o meno velati. Il niente sangue è uno specchietto per le allodole.
Bill Watts, quando era il dispotico head booker in WCW nel 1992, era solito ripetere ai suoi wrestler di badare al sodo, all’essenziale e togliere ogni fronzolo alla costruzione di un match, compreso il sangue. Un approccio che riportava il wrestling a venti anni prima.
Ciò che spesso leggo è che il PG ha tolto il sangue nei match. No, il PG ha tolto la “testa” ai fan. Gli spettacoli e i character WWE, oggi sono isolati e senza riferimenti con il mondo reale. Durante l’era Attitude, c’erano segmenti così concreti e realistici da rompere la quarta parete. Il fan di wrestling non viveva isolato nel suo incantato universo, ma si “scontrava” con ciò che il mondo nel bene e nel male aveva da offrire. Certo, adesso i tempi sono cambiati. Una Wrestlemania si costruisce in un mese e il pubblico è meno educato ad un prodotto diverso. Ma è molto più educato, anzi meglio dire abituato, a vedere le Superstars impegnate in generosi e patinati atti di beneficenza. Con una luce che santifica ogni momento pubblico e privato di chi compare negli show WWE.
Per sintetizzare se Swagger avesse svaccato nel 1998, molto probabilmente non ci sarebbero state conseguenze, oggi, giustamente, la musica è diversa.
Il risultato di Wrestlemania sarà così scontato da dedicare le ultime righe a immaginare già il futuro del titolo Heavyweight; che vedo ben saldo alla vita di Del Rio fino a che Ziggler (il piano B a Swagger) non vorrà incassare la valigetta e dare un senso a SmackDown, ormai ridotto a essere uno show di secondo livello con un campione di secondo livello. Mi auguro direttamente a Wrestlemania, in modo tale da dimenticarci di aver vissuto questa faida trascendentale con Swagger e il contenuto della sua autovettura.
FONTE:ZONAWRESTLING.NET