Fallire l'appuntamento con il gol. Lo ci si può aspettare da Egidio Calloni, non da George Best. E quando i fuoriclassi sbagliano, il peccato vale doppio
World Heavyweight Championship - Last Man Standing Match . Alberto Del Rio (C) Vs. Big Show: 6
World Heavyweight Championship - Last Man Standing Match . Alberto Del Rio (C) Vs. Big Show: 6
In scena va il remake di Cena/Batista. Solo che Del Rio non è Cena, Big Show non è Batista e la gente che aveva già accettato di cattivo grado l’allora finale con il nastro adesivo e l'incaprettamento da mucca gravida, questa volta lo apprezza ancora meno. Gestione del Dio Rio turnato pollice verso verso. Lo vorrebbero trasformare forse nel nuovo Guerrero con l’aiuto di una spalla comica come Ricardo Rodriguez – motivo per cui Del Rio face è quasi sopportabile alla grande platea -: vince con astuzia e senza fare il super uomo (si alza dalla mega-chokeslam per orgoglio e poi stramazza di nuovo), ispanico di origine, sorriso alla guascone.. Servono altre analogie? Per quanto riguarda Big Show invece la sconfitta sporca non pregiudica il suo status da gigante devastante: anche perché ora in vista c’è Ryback. Sarà allora che l’ex figlio di Andrè The Giant perderà la propria dignità.
P.S. Ma cercare di fare accettare Del Rio face con Bret Hart? #MaleMale
P.P.S. Ma il genio tra il pubblico con la maschera di El Generico? Sempre più over anche in contumacia..
Winner and STILL World Heavyweight Champion: Alberto Del Rio
World Tag Team Championship – Team Heel No Vs. Team Rhodes Scholars: 6
Il match passa senza lodi e senza infamia e finisce piuttosto contro pronostico. Kane e Daniel Bryan hanno fatto il proprio corso con la chiusura del cerchio da parte dello psichiatra e dovranno splittare per lanciare l’American Dragon ufficialmente nel main event e nei giri che fanno vendere i ppv e tenere il buon operaio con la maschera ad allevare altri pulcini aspettando la via del tramonto. Gli sfidanti mancano di qualcosa per fare il grande salto. E le continue sconfitte in ppv non aiutano ad elevare il loro status agli occhi della gente: Sandow è fastidioso nel senso buono al microfono ma sul ring ha ancora dimostrato poco, Rhodes è in momento di rinnovamento con la storia dei baffi alla Freddie Mercury. Ma in corsia 2 alternative non se ne vedono. Quindi cintura a loro sperando poi di trovare una coppia di face con cui duellare per qualche mese.
Winner and STILL World Tag Team Champions: Team Heel No
Royal Rumble Match: 5
Si può parlare della peggiore, più scontata, noiosa, prevedibile, senza emozioni, senza sussulti, piatta, anonima, atroce, soporifera, sbadiglievole, irritante, tediosa, mortalmente futile e fatalmente tragica Royal Rumble di sempre? Ohhhhhhh yesssssssssss… Vince Cena. Nonostante il promo di Raw che ha fatto ridere anche il più pollo dei polli tra tutti i bimbiminkia che amano quello che un tempo fu l’ex rapper di Boston (pareggiando Hogan, Michaels e avvicinando Austin a quota 2 successi), nonostante sia già il volto della federazione perché vende tonnellate di gadget, nonostante che un modo per mandarlo nel main event di Wrestlemania contro Rocky lo potevi trovare in altro modo e sfruttare il prestigio della RR per lanciare uno Ziggler. Un’ora abbondante di nulla. Che parte con la sorpresa chiamata Y2J (Dio perdonaci perché non lo amiamo come un Messia) e poi si spegne piano piano e finisce con un encefalogramma piatto. Avevi Lesnar da buttare dentro, potevi avere un Triple H, un Undertaker. Tre che a WM ci saranno. Ed invece con il 30 butti fuori Ryback. L’emblema di come siamo ridotti. Da salvare resta poco o nulla: vabbè, Jericho, ma non è una novità. Ziggler che spenna ancora Y2J e che resiste più di tutti sul ring. Bo Dallas che è già in un giro da titolo. Tutto il resto è noia. E se qualcuno a memoria si ricorda una fase finale di Rumble più brutta me lo faccia sapere. Perché se non tutti possono essere Undertaker/Shawn Michaels in quel di San Antonio comn il pubblico estasiato per l’abilità dei due nel sfiorare le eliminazioni, è svilente che nel 2013 ci possa essere una sequenza così aberrante e sifilittica.
Winner: John Cena
WWE Championship – The Rock Vs. CM Punk (C): 5
Non è il risultato. Che era immaginabile e non quotabile dai bookmakers. E’ come è maturato questo risultato. Con un match mediocre. Drammaticamente mediocre. E non per l’intervento dello Shield, le parole di McMahon, quelle smielate di The Rock prima del match – che c’entra la madre con il cancro? - e prima di farlo ripartire per vincere con una semplice People’s Elbow e interrompere così un regno di 444 giorni. Poteva essere epico, è stato una delusion. Su tutti i fronti. Si è delegittimato Punk. Non con la sconfitta. Ma con la sensazione che è stata data di essere un uomo di passaggio dal primo Cena/Rocky al secondo Cena/Rocky che arriva un anno dopo. Un riempitivo. Quello che ha tenuto la cintura in caldo per poi consegnarla all’attore di Hollywood che a sua volta la cederà al leader della ChainGang-GangBang. Chiaro, poi Punk non si è certo aiutato. Se il match tra Cena a Rocky a WM è stato un signor match, uno scontro tra epoche e stili, quello tra Punk e Rocky non lo è stato. Ed in più è stato tecnicamente mediocre che è il vero crimine della nottata domenicale. E’ partito piano, con diverse sbavature nei fraseggi. Ed è rimasto rallentato, senza scatti, senza ritmo. Nemmeno alla fine quando i cavalli devono essere lasciati liberi di correre. Con un tavolo per di più che si rompe prima della Rock Bottom. E rimediare una bocciatura nell’esame della vita è cosa #BruttaBrutta Phil. Non da chi merita lo spot del numero uno. E tanto meno da #BestInTheWorld.
Winner and NEW WWE Champion: The Rock
PPV: 5
Vedere un PPV in compagnia per me è affare molto raro. Capita nei big four quando io e l’amico SergEdge ci mettiamo d’accordo per vederci a casa mia con una bella birra artigianale in mano, chiamare il numero verde di Sjy, comprare il PPV – rammentandomi invece di non optare su un film di Tori Black – e sedersi in poltrona e godermi lo show. E’ utile. Perché basta uno sguardo per capire se siamo di fronte alla storia oppure al peggiore degli incubi. E quando The Rock ha alzato in aria la cintura mostrandola con orgoglio alla platea il brivido di emozione per un’immagine che sembrava impossibile fino a 2 anni fa è stata repentinamente cancellata dalla certezza che lo scontro preparato alla perfezione a suon di promo per 7 mesi è stato una cocente delusione. Quelle che bruciano per tanto tempo. La delusione che si prova quando non ti danno l’aumento sperato, quando cacciano un buon direttore, un buon capo, per semplici calunnie, quando non ti danno la promozione che tanto desideri, quando scopri che la tua ragazza se la fa con tutto lo Shield oppure che il cassetto dove tenevi un certo sogno è andato bruciato in un incendio. Perché, fuori dai denti, mi aspettavo tanto. E come me tutti voi. Da Rocky ma soprattutto da Punk, alla vera prova del fuoco di una carriera da star a cui manca l’ultimo step per diventare leggenda. E il fallimento dai fuoriclasse non può essere tollerato senza alzare la testa e urlare il proprio disappunto. Perché Punk ha fallito. Senza appello. Il dolore che fa più male.
P.S. Ma cercare di fare accettare Del Rio face con Bret Hart? #MaleMale
P.P.S. Ma il genio tra il pubblico con la maschera di El Generico? Sempre più over anche in contumacia..
Winner and STILL World Heavyweight Champion: Alberto Del Rio
World Tag Team Championship – Team Heel No Vs. Team Rhodes Scholars: 6
Il match passa senza lodi e senza infamia e finisce piuttosto contro pronostico. Kane e Daniel Bryan hanno fatto il proprio corso con la chiusura del cerchio da parte dello psichiatra e dovranno splittare per lanciare l’American Dragon ufficialmente nel main event e nei giri che fanno vendere i ppv e tenere il buon operaio con la maschera ad allevare altri pulcini aspettando la via del tramonto. Gli sfidanti mancano di qualcosa per fare il grande salto. E le continue sconfitte in ppv non aiutano ad elevare il loro status agli occhi della gente: Sandow è fastidioso nel senso buono al microfono ma sul ring ha ancora dimostrato poco, Rhodes è in momento di rinnovamento con la storia dei baffi alla Freddie Mercury. Ma in corsia 2 alternative non se ne vedono. Quindi cintura a loro sperando poi di trovare una coppia di face con cui duellare per qualche mese.
Winner and STILL World Tag Team Champions: Team Heel No
Royal Rumble Match: 5
Si può parlare della peggiore, più scontata, noiosa, prevedibile, senza emozioni, senza sussulti, piatta, anonima, atroce, soporifera, sbadiglievole, irritante, tediosa, mortalmente futile e fatalmente tragica Royal Rumble di sempre? Ohhhhhhh yesssssssssss… Vince Cena. Nonostante il promo di Raw che ha fatto ridere anche il più pollo dei polli tra tutti i bimbiminkia che amano quello che un tempo fu l’ex rapper di Boston (pareggiando Hogan, Michaels e avvicinando Austin a quota 2 successi), nonostante sia già il volto della federazione perché vende tonnellate di gadget, nonostante che un modo per mandarlo nel main event di Wrestlemania contro Rocky lo potevi trovare in altro modo e sfruttare il prestigio della RR per lanciare uno Ziggler. Un’ora abbondante di nulla. Che parte con la sorpresa chiamata Y2J (Dio perdonaci perché non lo amiamo come un Messia) e poi si spegne piano piano e finisce con un encefalogramma piatto. Avevi Lesnar da buttare dentro, potevi avere un Triple H, un Undertaker. Tre che a WM ci saranno. Ed invece con il 30 butti fuori Ryback. L’emblema di come siamo ridotti. Da salvare resta poco o nulla: vabbè, Jericho, ma non è una novità. Ziggler che spenna ancora Y2J e che resiste più di tutti sul ring. Bo Dallas che è già in un giro da titolo. Tutto il resto è noia. E se qualcuno a memoria si ricorda una fase finale di Rumble più brutta me lo faccia sapere. Perché se non tutti possono essere Undertaker/Shawn Michaels in quel di San Antonio comn il pubblico estasiato per l’abilità dei due nel sfiorare le eliminazioni, è svilente che nel 2013 ci possa essere una sequenza così aberrante e sifilittica.
Winner: John Cena
WWE Championship – The Rock Vs. CM Punk (C): 5
Non è il risultato. Che era immaginabile e non quotabile dai bookmakers. E’ come è maturato questo risultato. Con un match mediocre. Drammaticamente mediocre. E non per l’intervento dello Shield, le parole di McMahon, quelle smielate di The Rock prima del match – che c’entra la madre con il cancro? - e prima di farlo ripartire per vincere con una semplice People’s Elbow e interrompere così un regno di 444 giorni. Poteva essere epico, è stato una delusion. Su tutti i fronti. Si è delegittimato Punk. Non con la sconfitta. Ma con la sensazione che è stata data di essere un uomo di passaggio dal primo Cena/Rocky al secondo Cena/Rocky che arriva un anno dopo. Un riempitivo. Quello che ha tenuto la cintura in caldo per poi consegnarla all’attore di Hollywood che a sua volta la cederà al leader della ChainGang-GangBang. Chiaro, poi Punk non si è certo aiutato. Se il match tra Cena a Rocky a WM è stato un signor match, uno scontro tra epoche e stili, quello tra Punk e Rocky non lo è stato. Ed in più è stato tecnicamente mediocre che è il vero crimine della nottata domenicale. E’ partito piano, con diverse sbavature nei fraseggi. Ed è rimasto rallentato, senza scatti, senza ritmo. Nemmeno alla fine quando i cavalli devono essere lasciati liberi di correre. Con un tavolo per di più che si rompe prima della Rock Bottom. E rimediare una bocciatura nell’esame della vita è cosa #BruttaBrutta Phil. Non da chi merita lo spot del numero uno. E tanto meno da #BestInTheWorld.
Winner and NEW WWE Champion: The Rock
PPV: 5
Vedere un PPV in compagnia per me è affare molto raro. Capita nei big four quando io e l’amico SergEdge ci mettiamo d’accordo per vederci a casa mia con una bella birra artigianale in mano, chiamare il numero verde di Sjy, comprare il PPV – rammentandomi invece di non optare su un film di Tori Black – e sedersi in poltrona e godermi lo show. E’ utile. Perché basta uno sguardo per capire se siamo di fronte alla storia oppure al peggiore degli incubi. E quando The Rock ha alzato in aria la cintura mostrandola con orgoglio alla platea il brivido di emozione per un’immagine che sembrava impossibile fino a 2 anni fa è stata repentinamente cancellata dalla certezza che lo scontro preparato alla perfezione a suon di promo per 7 mesi è stato una cocente delusione. Quelle che bruciano per tanto tempo. La delusione che si prova quando non ti danno l’aumento sperato, quando cacciano un buon direttore, un buon capo, per semplici calunnie, quando non ti danno la promozione che tanto desideri, quando scopri che la tua ragazza se la fa con tutto lo Shield oppure che il cassetto dove tenevi un certo sogno è andato bruciato in un incendio. Perché, fuori dai denti, mi aspettavo tanto. E come me tutti voi. Da Rocky ma soprattutto da Punk, alla vera prova del fuoco di una carriera da star a cui manca l’ultimo step per diventare leggenda. E il fallimento dai fuoriclasse non può essere tollerato senza alzare la testa e urlare il proprio disappunto. Perché Punk ha fallito. Senza appello. Il dolore che fa più male.
FONTE:ZONAWRESTLING.NET