Ho deciso di andare via da casa, di nuovo. Andare via dalla mia stanza verde, piena di ricordi, di aspettative, di fatiche, di ripetizioni di pagine da studiare, quante pagine da studiare. E mi staccherò stavolta, sul serio, definitivamente, da questa cappa protettiva. No, non voglio che qualcuno si prenda cura di me. Un pò di tempo è passato, da quel lontanissimo afoso mese di giugno, quando le nostre strade si sono separate.
Progetto di una vita insieme, fare la spesa, comprare le piante, quella bellissima margherita che avevamo messo sul balcone, che annaffiavo ogni sera, dopo aver fatto i piatti, mentre tu, a volte, te ne dimenticavi. Sei mesi passati insieme, ogni giorno, a scontrare le nostre visioni, a vivere due vite parallele, nello stesso posto, in universi distanti, in un solo bivani, con due cuori che si separavano, sempre di più. E allora quando niente si poteva più fare per stare insieme, dopo tentativi durati quattro anni, il nostro cammino si è diviso. Io sono tornato a casa, non ce l'ho fatta a tornare a vivere da solo. Ci sono stato troppo, troppo male, perchè questo fallimento me lo sono sentito marchiato a fuoco, sulla pelle. E allora ti pensavo, e ti cercavo. Cercavo quelle cose per le quali mi ero innamorato di te, la tua dolcezza, il tuo rimanere un pò fuori, fuori dalle logiche di questa società, che ci costringe spesso ad una vita così vuota, così ripetitiva, sempre a cercare di fare soldi per andare avanti. Il tuo volere ancora sognare, che era il mio volere ancora sognare. Sono tornato a casa, dai miei, per sentirmi meno solo, e a volte penso di aver fatto una delle più grosse cazzate della mia vita. Dopo un fallimento del genere, dopo il nostro tentativo di convivere, tornare qui, dove tutto è immutato, uguale, ripiombare in un limbo dove sarai visto sempre come un bambino, mai come un adulto. E allora ho ricominciato con facebook, con le chat, sai, questi luoghi virtuali, colorati, pieni di foto, dove provi a metterti in discussione, ti metti in mostra, a volte con la sensazione di essere un pò carne da macello, o un manichino in vetrina. Solo che non ho più i venticinque anni di quando ti ho conosciuto, ne ho trenta. Chat, facce che ostentano le labbra, mostrano vestiti all'ultima moda o l'addominale scolpito. Luoghi pieni di post, di avatar, di foto, di citazioni prese a caso, un pò qua e là, tanto per sembrare colti, o fighi, oppure sensibili. "Non luoghi", che creano solo nuove solitudini.E ho conosciuto tanta gente, tanta, ma davvero tanta in quell'estate, in quell'autunno, in questo inverno. Troppa, davvero. Facce, sguardi, mezzi sorrisi, abbracci. Che non hanno lasciato niente in me, tutti si susseguivano senza lasciare niente, forse perchè cercavo ancora te, forse cercavo di aprirmi ancora, alla speranza di non restare da solo. Senza essere veramente pronto per ricominciare. Magari, invece di stare a casa, o prendere qualcosa da bere con qualche vecchio amico, ho preferito andare a incontrare qualcuno, pensando che magari non facendolo mi sarei perso l'occasione della vita, di incontrare la persona giusta, quando poi inevitabilmente rimani deluso, e questo, chiunque ti capiti di aver di fronte; perchè si scontra dentro di te l'inconscia (ma neanche tanto) paura che stai diventando vecchio, con la ancora più nascosta, incapacità di ricominciare ad amare davvero, a credere davvero che riuscirai a dividere tutto quello che hai, con un'altra persona. Perchè ho capito che non sono ancora pronto per ricominciare, e me lo voglio vivere così il mio periodo da solo.
Tornavo da lavoro oggi, guardavo il mio sedile passeggero, e pensavo a quanta gente c'era salita, per un aperitivo, una chiaccherata o...altro, gente che non ho fatto minimamente entrare nella mia vita, perchè volevo, volevo tanto ricominciare ma non ce la facevo, non ci credevo. E allora mi sono sentito come AJ. Ah, vero, tu non sai chi è AJ. Ma lo sai che sono malato di wrestling, lo sono sempre stato e ti ricordi quanto ti incazzavi quando volevi dormire e io ti facevo "Yes, Yes" sotto le lenzuola :) Quando sono andato a Roma, il 17 aprile dell'anno scorso, ti ricordi? E'passato quasi un anno, noi vivevamo insieme..ma tu non eri con me, te ne andasti ad un concerto con gli amici. Per me sarebbe stato bellissimo farti partecipe di questa cosa, era un pò il mio mondo, era la prima volta che vedevo quegli strani personaggi dal vivo e mi faceva venire i brividi, toccare la mano del mio idolo attuale, CM Punk, sì, ce l'ho fatta. Sai anche che scrivo da due anni e mezzo su un sito di wrestling, un bel sito sai, dove a volte i miei articoli vengono apprezzati, a volte criticati, ma mi fa comunque piacere lo stesso, dato che per tanto tempo non ho saputo con chi condividere questa passione. E quando cercavo di spiegarti cosa significa "vendere" le mosse, e quando non capivi come facesse a piacermi anche se, come dicevi tu, "è tutto finto". Non capivi cosa quei personaggi erano per me, erano come qualcosa che rimaneva, che mi portavo da casa, quel mondo colorato fatto di mosse, di gesti, di musica, di maschere, una specie di famiglia, in cui mi ritrovavo da bambino, disegnando su un foglio di carta Razor Ramon, disegnando Doink il Clown, disegnando Sting, disegnando l'Undertaker; e in cui mi ritrovo ancora oggi, quando voglio fuggire da questa realtà così piatta, asservita ai soldi, e cerco rifugio in quella fantasia, in quello spettacolo, così esagerato, in cui cercare ancora degli eroi che rompano gli schemi. Quelli che abbiamo rotto noi, mettendoci insieme, fregandocene di tutti, dei pensieri di chi credeva ancora, che non ci potessimo amare veramente. Quei personaggi rispecchiano aspirazioni, difetti, paure..e mi ricordo quanto, quanto piansi quando si ritirò Edge..ci eravamo appena lasciati per la prima volta, per quei tre mesi, e in quel confuso aprile, il mio idolo si ritirò a sorpresa..mi ritrovai come un cretino, a guardare il suo discorso di addio, a chiedere ad Adam, di non andarsene, di non lasciarmi solo anche lui. Come potrei dimenticare quel momento? Personaggi "finti", ma a volte molto più veri delle persone che incontriamo ogni giorno. Emozionarsi ancora, magari vedendo un uomo di due metri, che indossa una maschera rossa da 15 anni, portare in mano un'urna, in silenzio, per commemorare quello che era, sempre "per finta", suo padre: ti fa chiedere chi siano, veramente, i "mostri"..
Ma ritorno ad AJ..una ragazza che è stata protagonista per tutto l'anno scorso, passando da un ragazzo all'altro, lasciandone uno all'altare, forse il primo, il suo vero grande amore, per il quale avrebbe fatto di tutto. Come io ho fatto con te, sapendo che eravamo irrimediabilmente diversi e andando a sbattere la testa contro la tua richiesta di andare a convivere. Non feci come AJ che si tirò indietro all'ultimo, ti dissi di sì, mi mettesti con le spalle al muro. Ma non me ne sono pentito. Sono pieno di ferite ma sono più consapevole di prima. E poi AJ è passata con un altro, e con un altro, e con un altro ancora, tradendo continuamente la fiducia del precedente, tradendo la sua coerenza, tradendo sè stessa. Una ragazza insicura, che cercava continuamente la propria stabilità emotiva negli altri, negli apprezzamenti degli altri, salvo poi abbandonarli quando non si sentiva abbastanza amata, abbastanza cercata. E anche io mi sono tradito, pensando che per stare bene sarebbe bastato sentirmi voluto, desiderato, anche se non provavo niente, anche se era tutto fermo, gelido dentro di me, senza poter dare niente a nessuno. E io pure, mi sono tradito sempre, continuamente, continuando a illudermi di volere di nuovo quella cosa, quell'emozione, quella speranza, per la quale, ancora non sono pronto. E'questo lo sbaglio che si fa quando la felicità la cerchi nell'altro, non la cerchi in te stesso. Volersi autoconvincere di stare bene con qualcuno, quando ancora non hai neanche ricominciato ad amare te stesso, quando ti senti ancora un fallito, che non è riuscito a fare il salto che voleva. Non voglio essere come AJ, non voglio riempirmi la vita di nomi, di facce, di gente, che non ti lascia "nient'altro che niente", per citare la bellissima canzone di Giuliano, che per ora ascolto sempre. Voglio ricominciare a ricostruirmi, ricominciare da me. E per fare questo andrò via da casa, di nuovo, e da solo. Uscirò da questo limbo in cui mi ritrovo, un pozzo di bassa stima in cui sono caduto quando ci siamo lasciati, tornando a casa, a casa dei miei, lasciando quel piccolo bivani. Non voglio essere come AJ, che ostenta di avere un ragazzo figo, sbattendolo in faccia a qualche ex, per fargli capire "che alla fine, mi è finita meglio". Sì, sto citando troppo Giuliano, ma è così che mi sento: "senza di noi, ho ancora quella strana voglia di sentirmi solo". Non voglio diventare come AJ, diventare l'accompagnatore di qualcuno, magari identificandomi in un'altra persona, mettendomi la sua maglietta o la sua maschera, per sentirmi parte di qualcosa, di una coppia, di un tutto. E' presto ancora, e i tempi non vanno forzati. Ma il primo che non li deve forzare sono io, che non devo aver paura di rimanerci, per un pò, da solo. Non voglio finire come AJ, che si è ridotta a valletta, per sentirsi protetta da qualcuno ed ora, nella serata più importante dell'anno, non ha neanche un match. Spero che lei riprenda la sua strada e ricominci ad essere quello che è: instabile, incoerente, esageratamente emotiva, ma sè stessa nella sua individualità; forse, solo così qualcuno potrà imparare ad amarla realmente. E la stessa cosa farò io: ogni giorno voglio pensare di essere nella mia serata più importante, e voglio inventare il mio, personale, "main event". Tu... tu sei e sarai sempre importante per me, ma ora, c'è un'altra vita. E devo ricominciare a costruirmela da solo, tornando, ancora una volta, fuori da questa stanza in cui continuo a scriverti pensando che magari, un giorno, leggerai queste mie parole. E magari le accoglierai con un sorriso. Come si dice nel gergo del wrestling, "this thing has become personal". Vado via, e stavolta, vado via senza di te.
Tornavo da lavoro oggi, guardavo il mio sedile passeggero, e pensavo a quanta gente c'era salita, per un aperitivo, una chiaccherata o...altro, gente che non ho fatto minimamente entrare nella mia vita, perchè volevo, volevo tanto ricominciare ma non ce la facevo, non ci credevo. E allora mi sono sentito come AJ. Ah, vero, tu non sai chi è AJ. Ma lo sai che sono malato di wrestling, lo sono sempre stato e ti ricordi quanto ti incazzavi quando volevi dormire e io ti facevo "Yes, Yes" sotto le lenzuola :) Quando sono andato a Roma, il 17 aprile dell'anno scorso, ti ricordi? E'passato quasi un anno, noi vivevamo insieme..ma tu non eri con me, te ne andasti ad un concerto con gli amici. Per me sarebbe stato bellissimo farti partecipe di questa cosa, era un pò il mio mondo, era la prima volta che vedevo quegli strani personaggi dal vivo e mi faceva venire i brividi, toccare la mano del mio idolo attuale, CM Punk, sì, ce l'ho fatta. Sai anche che scrivo da due anni e mezzo su un sito di wrestling, un bel sito sai, dove a volte i miei articoli vengono apprezzati, a volte criticati, ma mi fa comunque piacere lo stesso, dato che per tanto tempo non ho saputo con chi condividere questa passione. E quando cercavo di spiegarti cosa significa "vendere" le mosse, e quando non capivi come facesse a piacermi anche se, come dicevi tu, "è tutto finto". Non capivi cosa quei personaggi erano per me, erano come qualcosa che rimaneva, che mi portavo da casa, quel mondo colorato fatto di mosse, di gesti, di musica, di maschere, una specie di famiglia, in cui mi ritrovavo da bambino, disegnando su un foglio di carta Razor Ramon, disegnando Doink il Clown, disegnando Sting, disegnando l'Undertaker; e in cui mi ritrovo ancora oggi, quando voglio fuggire da questa realtà così piatta, asservita ai soldi, e cerco rifugio in quella fantasia, in quello spettacolo, così esagerato, in cui cercare ancora degli eroi che rompano gli schemi. Quelli che abbiamo rotto noi, mettendoci insieme, fregandocene di tutti, dei pensieri di chi credeva ancora, che non ci potessimo amare veramente. Quei personaggi rispecchiano aspirazioni, difetti, paure..e mi ricordo quanto, quanto piansi quando si ritirò Edge..ci eravamo appena lasciati per la prima volta, per quei tre mesi, e in quel confuso aprile, il mio idolo si ritirò a sorpresa..mi ritrovai come un cretino, a guardare il suo discorso di addio, a chiedere ad Adam, di non andarsene, di non lasciarmi solo anche lui. Come potrei dimenticare quel momento? Personaggi "finti", ma a volte molto più veri delle persone che incontriamo ogni giorno. Emozionarsi ancora, magari vedendo un uomo di due metri, che indossa una maschera rossa da 15 anni, portare in mano un'urna, in silenzio, per commemorare quello che era, sempre "per finta", suo padre: ti fa chiedere chi siano, veramente, i "mostri"..
Ma ritorno ad AJ..una ragazza che è stata protagonista per tutto l'anno scorso, passando da un ragazzo all'altro, lasciandone uno all'altare, forse il primo, il suo vero grande amore, per il quale avrebbe fatto di tutto. Come io ho fatto con te, sapendo che eravamo irrimediabilmente diversi e andando a sbattere la testa contro la tua richiesta di andare a convivere. Non feci come AJ che si tirò indietro all'ultimo, ti dissi di sì, mi mettesti con le spalle al muro. Ma non me ne sono pentito. Sono pieno di ferite ma sono più consapevole di prima. E poi AJ è passata con un altro, e con un altro, e con un altro ancora, tradendo continuamente la fiducia del precedente, tradendo la sua coerenza, tradendo sè stessa. Una ragazza insicura, che cercava continuamente la propria stabilità emotiva negli altri, negli apprezzamenti degli altri, salvo poi abbandonarli quando non si sentiva abbastanza amata, abbastanza cercata. E anche io mi sono tradito, pensando che per stare bene sarebbe bastato sentirmi voluto, desiderato, anche se non provavo niente, anche se era tutto fermo, gelido dentro di me, senza poter dare niente a nessuno. E io pure, mi sono tradito sempre, continuamente, continuando a illudermi di volere di nuovo quella cosa, quell'emozione, quella speranza, per la quale, ancora non sono pronto. E'questo lo sbaglio che si fa quando la felicità la cerchi nell'altro, non la cerchi in te stesso. Volersi autoconvincere di stare bene con qualcuno, quando ancora non hai neanche ricominciato ad amare te stesso, quando ti senti ancora un fallito, che non è riuscito a fare il salto che voleva. Non voglio essere come AJ, non voglio riempirmi la vita di nomi, di facce, di gente, che non ti lascia "nient'altro che niente", per citare la bellissima canzone di Giuliano, che per ora ascolto sempre. Voglio ricominciare a ricostruirmi, ricominciare da me. E per fare questo andrò via da casa, di nuovo, e da solo. Uscirò da questo limbo in cui mi ritrovo, un pozzo di bassa stima in cui sono caduto quando ci siamo lasciati, tornando a casa, a casa dei miei, lasciando quel piccolo bivani. Non voglio essere come AJ, che ostenta di avere un ragazzo figo, sbattendolo in faccia a qualche ex, per fargli capire "che alla fine, mi è finita meglio". Sì, sto citando troppo Giuliano, ma è così che mi sento: "senza di noi, ho ancora quella strana voglia di sentirmi solo". Non voglio diventare come AJ, diventare l'accompagnatore di qualcuno, magari identificandomi in un'altra persona, mettendomi la sua maglietta o la sua maschera, per sentirmi parte di qualcosa, di una coppia, di un tutto. E' presto ancora, e i tempi non vanno forzati. Ma il primo che non li deve forzare sono io, che non devo aver paura di rimanerci, per un pò, da solo. Non voglio finire come AJ, che si è ridotta a valletta, per sentirsi protetta da qualcuno ed ora, nella serata più importante dell'anno, non ha neanche un match. Spero che lei riprenda la sua strada e ricominci ad essere quello che è: instabile, incoerente, esageratamente emotiva, ma sè stessa nella sua individualità; forse, solo così qualcuno potrà imparare ad amarla realmente. E la stessa cosa farò io: ogni giorno voglio pensare di essere nella mia serata più importante, e voglio inventare il mio, personale, "main event". Tu... tu sei e sarai sempre importante per me, ma ora, c'è un'altra vita. E devo ricominciare a costruirmela da solo, tornando, ancora una volta, fuori da questa stanza in cui continuo a scriverti pensando che magari, un giorno, leggerai queste mie parole. E magari le accoglierai con un sorriso. Come si dice nel gergo del wrestling, "this thing has become personal". Vado via, e stavolta, vado via senza di te.
FONTE:ZONAWRESTLING.NET