Sergedge si concentra oggi sulla rivalità iniziata tra CM Punk e sua leggenda l’Undertaker.
Partiti. Mettendo da parte le lamentele di chi voleva Punk ancora campione WWE o comunque nel main event con The Rock e Cena, possiamo ora concentrarci sul reale, sulla faida che coinvolge lui e il Becchino.
Partiti. Mettendo da parte le lamentele di chi voleva Punk ancora campione WWE o comunque nel main event con The Rock e Cena, possiamo ora concentrarci sul reale, sulla faida che coinvolge lui e il Becchino.
C’è da dire che quando si presenta un’occasione la WWE cerca in ogni modo di non farsela sfuggire. Andando anche a pescare anche nel tragico. Così come ad esempio abbiamo visto rispuntare il nome di Eddie Guerrero nel feud tra Orton e Rey, oggi è quello di Paul Bearer ad essere divenuto quasi centro della rivalità.
Non starò in queste righe a fare il moralista, nella invocata era attitude non ci si sarebbe fatto scalpore come invece potrebbe accadere oggi. Il mettere in mezzo il nome del ‘padre’ di Taker per ora non ha toccato certi livelli di bassezza, anche perché il contesto dell’urna ha quasi dato un tono fantasy alla cosa. Vedremo come andrà avanti. Quello che mi ha incuriosito, è che prendendo al volo l’occasione di mettere Bearer in mezzo al feud, mi sono ritrovato di fronte un Punk diverso da quello conosciuto nei mesi precedenti, come tornato indietro di anni. Mi spiego meglio.
Il Punk dell’ultimo biennio è stato un personaggio che ha avuto una libertà impensabile per quasi tutto il resto del roster, nel senso che gli è stato concesso di spaziare tra realtà e finzione a suo piacimento, come con il nominare la Ring of Honor, dire che Bryan è un fenomeno costretto a fare il pagliaccio per avere successo, esaltare uno che in chiave mark è una pippa ma che nei fatti è un atleta straordinario come Tyson Kidd… oggi invece abbiamo un Punk che sfrutta l’urna per imbestialire il Becchino. Non avrei visto nulla di strano nel vedere una storyline simile ai tempi della loro rivalità conclusasi nell' Hell in a Cell del 2009, ma con l’evoluzione di Punk da una parte e il percorso di umanizzazione dell’Undertaker avviatosi con il feud con HBK e proseguito con quello con Triple H dall’altra, davvero non l’avrei creduto.
Non sapremo mai se i piani iniziali prevedevano comunque un ritorno all’aspetto magico dell’Undertaker, ma la mia impressione è che sia avvenuto proprio un cambio di registro. Rimango comunque in attesa di possibili smentite. Magari la settimana prossima a Raw ci troviamo un Punk che microfono in mano al centro del ring ci dirà che ha rubato l’urna a Taker per aiutarlo, perché lo ritiene solo un uomo che per avere successo ha dovuto vestire i panni dello zombie, che vuole liberarlo di queste buffonate, arrivando forse addirittura a chiamarlo Mark. Staremo a vedere. Io rimango convintissimo che il loro feud possa essere comunque grandioso anche se decidessero di tenerlo vivo secondo modalità vecchio stile, con mind games e l’eterna sfida tra il cattivo umano e il demone sovrannaturale. Mi sembrerebbe però poco coerente con i percorsi intrapresi dai due personaggi.
Guardando un po’ più avanti, fino a Wrestlemania, è possibile ipotizzare una vittoria per Punk? Io non ci scommetterei un euro. Si è sempre detto che chiunque riuscirà nell’impresa di rompere la striscia vincente del Becchino riceverà in automatico un push immenso, storico, e che ciò andrebbe sfruttato per lanciare un giovane su cui far ruotare la federazione per gli anni avvenire. Quando vedo un nuovo sfidante per questa impresa mi chiedo sempre se corrisponde a queste caratteristiche, ma rimango intrappolato in un paradosso: se l’avversario è già un main eventer penso che sia già grande, e che quindi non abbia tutto questo bisogno di compiere l’impresa; se l’avversario non è grande allora mi domando se sia davvero all’altezza di ricevere un dono così grande e se non si rischi di darlo al wrestler sbagliato, o che rimanga schiacciato da una simile pressione. Punk risponde alla prima categoria: è già grande, non gli serve battere l’Undertaker per divenire una leggenda nella storia della WWE.
Detto ciò, al di là di qualche intervista non recente in cui Punk affermava di non essere interessato a sfidare Taker a Wrestlemania, credo che al contrario il wrester di Chicago ne sia molto onorato. Il Becchino è davvero una Leggenda con la elle maiuscola, una delle ultime rimaste, e dato che la sua carriera sta volgendo al termine e il match finale sembra sempre più vicino, riuscire ad avere l’occasione di misurarsi con lui per un wrestler è una fortuna immensa. A maggior ragione dopo gli ultimi quattro incontri che hanno innalzato ancora di più l’importanza della winning streak.
A Wrestlemania Punk pagherà la sua quarta sconfitta consecutiva contro un avversario di gran livello (oltre quindi le due con The Rock e il match spettacolare contro Cena). Da fan di Punk non mi dispero comunque, credo che dopo un anno e passa da campione WWE siamo in una fase che potremmo intitolare ‘La caduta’:
Fase 1, Best in the World: diventata campione e batte ogni avversario.
Fase 2, Respect: nonostante i suoi sforzi viene data più importanza ad altri (The Rock e Cena), l’unica cosa che lo fa sentire importante è il titolo WWE, e diventa disposto tutto pur di rimanere campione, anche attraverso aiuti esterni e scorrettezze.
Fase 3, The fall: ha perso il titolo, ha perso con The Rock, ha perso con Cena, ha perso con l’Undertaker.
Che Punk uscirà fuori da questa terza fase è tutto da capire. Potrebbe portare a una quarta fase, di redenzione, una fase in cui capisce i suoi errori, il suo essere diventato un capo rivoluzionario senza seguaci, l’aver capito di aver scelto il modo sbagliato per ottenere il rispetto della gente. Una fase da cui uscirà il miglior CM Punk di sempre. Sarò un sognatore, ma voglio davvero credere che la WWE con Punk stia seguendo quella che potremmo definire macro storyline, un percorso ad ampio raggio in una federazione che solitamente naviga a vista. In caso contrario l’attuale sarebbe solamente un depush, ma se di questo si trattasse a Wrestlemania gli avrebbero dato ad esempio il ruolo di carne da macello per Ryback, non di certo una posto così ambito come quello di sfidante del Becchino. Che ci sia l’urna di mezzo o meno.
Non starò in queste righe a fare il moralista, nella invocata era attitude non ci si sarebbe fatto scalpore come invece potrebbe accadere oggi. Il mettere in mezzo il nome del ‘padre’ di Taker per ora non ha toccato certi livelli di bassezza, anche perché il contesto dell’urna ha quasi dato un tono fantasy alla cosa. Vedremo come andrà avanti. Quello che mi ha incuriosito, è che prendendo al volo l’occasione di mettere Bearer in mezzo al feud, mi sono ritrovato di fronte un Punk diverso da quello conosciuto nei mesi precedenti, come tornato indietro di anni. Mi spiego meglio.
Il Punk dell’ultimo biennio è stato un personaggio che ha avuto una libertà impensabile per quasi tutto il resto del roster, nel senso che gli è stato concesso di spaziare tra realtà e finzione a suo piacimento, come con il nominare la Ring of Honor, dire che Bryan è un fenomeno costretto a fare il pagliaccio per avere successo, esaltare uno che in chiave mark è una pippa ma che nei fatti è un atleta straordinario come Tyson Kidd… oggi invece abbiamo un Punk che sfrutta l’urna per imbestialire il Becchino. Non avrei visto nulla di strano nel vedere una storyline simile ai tempi della loro rivalità conclusasi nell' Hell in a Cell del 2009, ma con l’evoluzione di Punk da una parte e il percorso di umanizzazione dell’Undertaker avviatosi con il feud con HBK e proseguito con quello con Triple H dall’altra, davvero non l’avrei creduto.
Non sapremo mai se i piani iniziali prevedevano comunque un ritorno all’aspetto magico dell’Undertaker, ma la mia impressione è che sia avvenuto proprio un cambio di registro. Rimango comunque in attesa di possibili smentite. Magari la settimana prossima a Raw ci troviamo un Punk che microfono in mano al centro del ring ci dirà che ha rubato l’urna a Taker per aiutarlo, perché lo ritiene solo un uomo che per avere successo ha dovuto vestire i panni dello zombie, che vuole liberarlo di queste buffonate, arrivando forse addirittura a chiamarlo Mark. Staremo a vedere. Io rimango convintissimo che il loro feud possa essere comunque grandioso anche se decidessero di tenerlo vivo secondo modalità vecchio stile, con mind games e l’eterna sfida tra il cattivo umano e il demone sovrannaturale. Mi sembrerebbe però poco coerente con i percorsi intrapresi dai due personaggi.
Guardando un po’ più avanti, fino a Wrestlemania, è possibile ipotizzare una vittoria per Punk? Io non ci scommetterei un euro. Si è sempre detto che chiunque riuscirà nell’impresa di rompere la striscia vincente del Becchino riceverà in automatico un push immenso, storico, e che ciò andrebbe sfruttato per lanciare un giovane su cui far ruotare la federazione per gli anni avvenire. Quando vedo un nuovo sfidante per questa impresa mi chiedo sempre se corrisponde a queste caratteristiche, ma rimango intrappolato in un paradosso: se l’avversario è già un main eventer penso che sia già grande, e che quindi non abbia tutto questo bisogno di compiere l’impresa; se l’avversario non è grande allora mi domando se sia davvero all’altezza di ricevere un dono così grande e se non si rischi di darlo al wrestler sbagliato, o che rimanga schiacciato da una simile pressione. Punk risponde alla prima categoria: è già grande, non gli serve battere l’Undertaker per divenire una leggenda nella storia della WWE.
Detto ciò, al di là di qualche intervista non recente in cui Punk affermava di non essere interessato a sfidare Taker a Wrestlemania, credo che al contrario il wrester di Chicago ne sia molto onorato. Il Becchino è davvero una Leggenda con la elle maiuscola, una delle ultime rimaste, e dato che la sua carriera sta volgendo al termine e il match finale sembra sempre più vicino, riuscire ad avere l’occasione di misurarsi con lui per un wrestler è una fortuna immensa. A maggior ragione dopo gli ultimi quattro incontri che hanno innalzato ancora di più l’importanza della winning streak.
A Wrestlemania Punk pagherà la sua quarta sconfitta consecutiva contro un avversario di gran livello (oltre quindi le due con The Rock e il match spettacolare contro Cena). Da fan di Punk non mi dispero comunque, credo che dopo un anno e passa da campione WWE siamo in una fase che potremmo intitolare ‘La caduta’:
Fase 1, Best in the World: diventata campione e batte ogni avversario.
Fase 2, Respect: nonostante i suoi sforzi viene data più importanza ad altri (The Rock e Cena), l’unica cosa che lo fa sentire importante è il titolo WWE, e diventa disposto tutto pur di rimanere campione, anche attraverso aiuti esterni e scorrettezze.
Fase 3, The fall: ha perso il titolo, ha perso con The Rock, ha perso con Cena, ha perso con l’Undertaker.
Che Punk uscirà fuori da questa terza fase è tutto da capire. Potrebbe portare a una quarta fase, di redenzione, una fase in cui capisce i suoi errori, il suo essere diventato un capo rivoluzionario senza seguaci, l’aver capito di aver scelto il modo sbagliato per ottenere il rispetto della gente. Una fase da cui uscirà il miglior CM Punk di sempre. Sarò un sognatore, ma voglio davvero credere che la WWE con Punk stia seguendo quella che potremmo definire macro storyline, un percorso ad ampio raggio in una federazione che solitamente naviga a vista. In caso contrario l’attuale sarebbe solamente un depush, ma se di questo si trattasse a Wrestlemania gli avrebbero dato ad esempio il ruolo di carne da macello per Ryback, non di certo una posto così ambito come quello di sfidante del Becchino. Che ci sia l’urna di mezzo o meno.
FONTE:ZONAWRESTLING.NET