Time to play the game. Tempo di ritorni, tempo di giocare, tempo di big match…tempo di Wrestlemania insomma. Triple H, con qualche centimetro di capelli in meno e qualche anno in più torna, così come l’anno scorso, nel periodo più importante dell’anno per portare avanti il classico “unfinished business” con l’amico Brock. Questo match sarà un successo o semplicemente una parentesi riempitiva, seppur di lusso? Più devastante della Bullhammer di Cavani su Chiellini, ecco a voi l’editoriale odierno.
Facciamo un brevissimo passo indietro. Lesnar, dopo la sconfitta con Cena, viene ridimensionato nelle sue aspettative contrattuali da Triple H, che viene immediatamente distrutto con una kimura. Mesi dopo, a Summerslam, dopo un tira e molla logorante Lesnar accetta di sfidare HHH, e dopo un match estremamente combattuto intitolato “la tempesta perfetta” riesce a spuntarla nuovamente con la sua presa di sottomissione, per poi darsi nuovamente alla macchia.
Dopo mesi di calma piatta Lesnar ritorna attaccando Vince McMahon rompendogli l’anca, senza una spiegazione apparente, dando il la a quella che pare essere, a tutti gli effetti, la riapertura di una pratica che buona parte di noi credeva archiviata. Neanche a dirlo, mentre la Next Big Thing si accinge a ripetere la sua finisher sul Chairman a Raw…ecco risuonare la theme song di HHH, ed i due danno vita ad una delle fasi di brawling più credibili e cruente da molto tempo a questa parte, riaprendo la faida contestualmente alla testa di Lesnar ed all’interesse dei fan verso la stessa in vista di Wrestlemania.
Vi dirò, sono molto, molto combattuto. Da un certo punto di vista, attendo con ansia questo nuovo match tra Brock Lesnar e HHH perché essenzialmente adoro il primo e mi piace il secondo, da un altro punto di vista credevo che, a Summerslam 2012, avessimo assistito di fatto alla conclusione in storyline della faida, riaperta in modo repentino per far fare qualcosa di importante a due lottatori disponibili contrattualmente, seguitissimi ed amatissimi dal pubblico. Sono quasi certo che, in estate, i piani per Brock fossero decisamente diversi in vista di Wrestlemania, ma in fin dei conti un match di questo tipo, magari con qualche stipulazione speciale, ci può stare eccome. Anche se la spiegazione fornitaci da The Game a Raw Old School, ossia la vendetta dopo aver visto moglie e figli in lacrime, mi è parsa abbastanza stiracchiata a dirla tutta.
La gestione di Lesnar, in linea di massima, mi piace. E’ forse un po’ involontariamente descritto come “legit”, vale a dire vero e crudo, e riesce ad emergere dal resto del roster proprio per questo alone di reale pericolosità che non riveste, per dirne due, Sheamus e Ryback. La sua frase “non sono un wrestler o un intrattenitore…sono solo uno che prende la gente a calci in cxxo” rende benissimo l’idea ed un elemento come il sangue, in questo contesto, gioca un ruolo oserei dire fondamentale, soprattutto alla luce del fatto che, nel wrestling moderno, viene utilizzato davvero poco. Senza contare che il suo passato da Campione UFC non viene mai nascosto ma, anzi, più volte ripetuto ed evidenziato al tavolo di commento.
Triple H, dal canto suo, è invece un personaggio leggermente più dicotomico, seppur ugualmente amato. Da un lato abbiamo l’uomo in carriera con vestiti eleganti che pensa solo agli affari, da un altro lato abbiamo il badass in giubotto di pelle e jeans stretti (e pericolosamente e misteriosamente bagnati) impulsivo e vendicativo. Da un lato abbiamo Hunter, il genero di Vince McMahon, dall’altro abbiamo l’assassino cerebrale, lo spietato cacciatore di teste e cinture. E’ vero che la sua “reale” natura, almeno in storyline, dovrebbe essere la seconda mentre la prima dovrebbe essere sempre e solo l’immagine richiesta dal suo ruolo, ma comunque questa sua gestione a compartimenti stagni non mi convince troppo, quasi quanto il suo nuovo taglio di capelli.
Dal punto di vista lottato non mi preoccupo poi tanto. I due, affidandosi ad un brawling cruento ed alla immensa capacità di storytelling di cui è dotato Triple H, riusciranno a metter su un incontro di wrestling atipico, violento ed avvincente. L’esito è tutt’altro che incerto: restituire la vittoria HHH portando il risultato su un teorico 1 a 1 indebolirebbe l’immagine di Lesnar mai totalmente ripulita dopo la sconfitta ad Extreme Rules maturata contro Cena (nonostante i tentativi ripetuti da parte della WWE di proporre quella sconfitta come una vittoria di fatto), ma nel contempo siamo proprio sicuri che Hunter possa accettare di buon grado un ulteriore job in PPV? Ricordiamo che, senza andare troppo indietro nella memoria, il Triplo si è regalato una vittoria pulita contro CM Punk in PPV quando quest’ultimo era in totale rampa di lancio, in modo totalmente illogico, inutile ed inaspettato, in quanto quella vittoria non portò nulla a HHH mentre rischiò di “raffreddare” Punk. Dunque si, la logica vorrebbe Lesnar vincitore per poi proporlo, magari, contro The Rock a Wrestlemania XXX o nuovamente contro Cena, ma chissà che questo step a Wrestlemania non possa essere solo in secondo gradino di una scala a tre. Vedremo.
Certo è che il booking team in questa road to Wrestlemania non sta sudando sette camice. Non ci sono storie particolarmente complicate, non ci sono mesi di costruzione ma solo settimane d’attesa e la sensazione che permea e permane è che ci sia molta voglia di mostrarsi e poca di stupire. Questo andazzo copre la storyline di Punk e Taker, pressoché assente, quella di Cena Vs The Rock e tutto sommato anche quella tra Lesnar e HHH. Dell’undercard non parliamone neanche, perché assisteremo a riempitivi su riempitivi, frutto di piani scombinati o demoliti dall’oggi al domani. Chissà che un domani proprio Triple H non possa avere nuova voce a tal riguardo.
L’attitudine di Hunter, in effetti, è estremamente positiva e raccoglie o sta raccogliendo molti consensi dagli addetti ai lavori, e non vogliamocene noi fan, ma in fin dei conti tutto ciò che precede il prodotto finito è forse più importante del prodotto stesso. La facoltà di gestione dei talenti, la ricerca di wrestler già formati o comunque già cresciuti nel territorio fertile ma duro delle indy visto non più con disprezzo o distanza, ma come una fonte comoda a cui attingere, il potenziamento del settore di sviluppo sono tutte piccole limature che portano la firma di HHH. E se pensiamo che il merito di aver potuto introdurre Sammartino nella Hall of Fame va al 90% a lui ed al 10% al portafoglio di Vince, possiamo dire senza timore di smentita che, con queste premesse, il futuro della WWE potrebbe davvero essere in buone mani.
Dopo questa breve digressione tiriamo le somme sul personaggio di Triple H: un personaggio diviso, accattivante, un po’ old school ma comunque tremendamente spendibile. L’unico dubbio che rimane è: non si sta facendo troppo affidamento sul passato curandosi forse un po’ pochino del futuro, peccando di scarsa lungimiranza? L’affidabilità ed i moneydrawer sono solo i tanto rimpianti soliti noti?
Guardiamo i tre match principali in vista di WM 29: Cena Vs The Rock, Punk Vs Taker e HHH Vs Lesnar. Analizzando con attenzione, su 6 lottatori, ben 4 possono essere definiti tranquillamente come membri non fissi del roster. Se a questi aggiungiamo Jericho, che di sicuro avrà qualche piano pronto in vista del PPV, la cifra sale di uno. Un bel segnale lanciato verso più direzioni: verso i fan, i quali avvertono che il roster attuale non è all’altezza delle glorie passate. Verso i Main Eventer del passato, consapevoli di poter tornare quando e come vogliono perché la compagnia ha bisogno di loro più di quanto loro abbiano bisogno della WWE stessa. Infine verso tutto il roster attuale…e forse questo è il segnale più importante: siete belli e bravi, ma non “tirate” abbastanza. Un segnale asettico, cinico ma senza dubbio veritiero. Morale della favola: noi da parte nostra godiamoci questi ritorni finchè ci sarà qualcuno di interessante da far tornare.
Dopo mesi di calma piatta Lesnar ritorna attaccando Vince McMahon rompendogli l’anca, senza una spiegazione apparente, dando il la a quella che pare essere, a tutti gli effetti, la riapertura di una pratica che buona parte di noi credeva archiviata. Neanche a dirlo, mentre la Next Big Thing si accinge a ripetere la sua finisher sul Chairman a Raw…ecco risuonare la theme song di HHH, ed i due danno vita ad una delle fasi di brawling più credibili e cruente da molto tempo a questa parte, riaprendo la faida contestualmente alla testa di Lesnar ed all’interesse dei fan verso la stessa in vista di Wrestlemania.
Vi dirò, sono molto, molto combattuto. Da un certo punto di vista, attendo con ansia questo nuovo match tra Brock Lesnar e HHH perché essenzialmente adoro il primo e mi piace il secondo, da un altro punto di vista credevo che, a Summerslam 2012, avessimo assistito di fatto alla conclusione in storyline della faida, riaperta in modo repentino per far fare qualcosa di importante a due lottatori disponibili contrattualmente, seguitissimi ed amatissimi dal pubblico. Sono quasi certo che, in estate, i piani per Brock fossero decisamente diversi in vista di Wrestlemania, ma in fin dei conti un match di questo tipo, magari con qualche stipulazione speciale, ci può stare eccome. Anche se la spiegazione fornitaci da The Game a Raw Old School, ossia la vendetta dopo aver visto moglie e figli in lacrime, mi è parsa abbastanza stiracchiata a dirla tutta.
La gestione di Lesnar, in linea di massima, mi piace. E’ forse un po’ involontariamente descritto come “legit”, vale a dire vero e crudo, e riesce ad emergere dal resto del roster proprio per questo alone di reale pericolosità che non riveste, per dirne due, Sheamus e Ryback. La sua frase “non sono un wrestler o un intrattenitore…sono solo uno che prende la gente a calci in cxxo” rende benissimo l’idea ed un elemento come il sangue, in questo contesto, gioca un ruolo oserei dire fondamentale, soprattutto alla luce del fatto che, nel wrestling moderno, viene utilizzato davvero poco. Senza contare che il suo passato da Campione UFC non viene mai nascosto ma, anzi, più volte ripetuto ed evidenziato al tavolo di commento.
Triple H, dal canto suo, è invece un personaggio leggermente più dicotomico, seppur ugualmente amato. Da un lato abbiamo l’uomo in carriera con vestiti eleganti che pensa solo agli affari, da un altro lato abbiamo il badass in giubotto di pelle e jeans stretti (e pericolosamente e misteriosamente bagnati) impulsivo e vendicativo. Da un lato abbiamo Hunter, il genero di Vince McMahon, dall’altro abbiamo l’assassino cerebrale, lo spietato cacciatore di teste e cinture. E’ vero che la sua “reale” natura, almeno in storyline, dovrebbe essere la seconda mentre la prima dovrebbe essere sempre e solo l’immagine richiesta dal suo ruolo, ma comunque questa sua gestione a compartimenti stagni non mi convince troppo, quasi quanto il suo nuovo taglio di capelli.
Dal punto di vista lottato non mi preoccupo poi tanto. I due, affidandosi ad un brawling cruento ed alla immensa capacità di storytelling di cui è dotato Triple H, riusciranno a metter su un incontro di wrestling atipico, violento ed avvincente. L’esito è tutt’altro che incerto: restituire la vittoria HHH portando il risultato su un teorico 1 a 1 indebolirebbe l’immagine di Lesnar mai totalmente ripulita dopo la sconfitta ad Extreme Rules maturata contro Cena (nonostante i tentativi ripetuti da parte della WWE di proporre quella sconfitta come una vittoria di fatto), ma nel contempo siamo proprio sicuri che Hunter possa accettare di buon grado un ulteriore job in PPV? Ricordiamo che, senza andare troppo indietro nella memoria, il Triplo si è regalato una vittoria pulita contro CM Punk in PPV quando quest’ultimo era in totale rampa di lancio, in modo totalmente illogico, inutile ed inaspettato, in quanto quella vittoria non portò nulla a HHH mentre rischiò di “raffreddare” Punk. Dunque si, la logica vorrebbe Lesnar vincitore per poi proporlo, magari, contro The Rock a Wrestlemania XXX o nuovamente contro Cena, ma chissà che questo step a Wrestlemania non possa essere solo in secondo gradino di una scala a tre. Vedremo.
Certo è che il booking team in questa road to Wrestlemania non sta sudando sette camice. Non ci sono storie particolarmente complicate, non ci sono mesi di costruzione ma solo settimane d’attesa e la sensazione che permea e permane è che ci sia molta voglia di mostrarsi e poca di stupire. Questo andazzo copre la storyline di Punk e Taker, pressoché assente, quella di Cena Vs The Rock e tutto sommato anche quella tra Lesnar e HHH. Dell’undercard non parliamone neanche, perché assisteremo a riempitivi su riempitivi, frutto di piani scombinati o demoliti dall’oggi al domani. Chissà che un domani proprio Triple H non possa avere nuova voce a tal riguardo.
L’attitudine di Hunter, in effetti, è estremamente positiva e raccoglie o sta raccogliendo molti consensi dagli addetti ai lavori, e non vogliamocene noi fan, ma in fin dei conti tutto ciò che precede il prodotto finito è forse più importante del prodotto stesso. La facoltà di gestione dei talenti, la ricerca di wrestler già formati o comunque già cresciuti nel territorio fertile ma duro delle indy visto non più con disprezzo o distanza, ma come una fonte comoda a cui attingere, il potenziamento del settore di sviluppo sono tutte piccole limature che portano la firma di HHH. E se pensiamo che il merito di aver potuto introdurre Sammartino nella Hall of Fame va al 90% a lui ed al 10% al portafoglio di Vince, possiamo dire senza timore di smentita che, con queste premesse, il futuro della WWE potrebbe davvero essere in buone mani.
Dopo questa breve digressione tiriamo le somme sul personaggio di Triple H: un personaggio diviso, accattivante, un po’ old school ma comunque tremendamente spendibile. L’unico dubbio che rimane è: non si sta facendo troppo affidamento sul passato curandosi forse un po’ pochino del futuro, peccando di scarsa lungimiranza? L’affidabilità ed i moneydrawer sono solo i tanto rimpianti soliti noti?
Guardiamo i tre match principali in vista di WM 29: Cena Vs The Rock, Punk Vs Taker e HHH Vs Lesnar. Analizzando con attenzione, su 6 lottatori, ben 4 possono essere definiti tranquillamente come membri non fissi del roster. Se a questi aggiungiamo Jericho, che di sicuro avrà qualche piano pronto in vista del PPV, la cifra sale di uno. Un bel segnale lanciato verso più direzioni: verso i fan, i quali avvertono che il roster attuale non è all’altezza delle glorie passate. Verso i Main Eventer del passato, consapevoli di poter tornare quando e come vogliono perché la compagnia ha bisogno di loro più di quanto loro abbiano bisogno della WWE stessa. Infine verso tutto il roster attuale…e forse questo è il segnale più importante: siete belli e bravi, ma non “tirate” abbastanza. Un segnale asettico, cinico ma senza dubbio veritiero. Morale della favola: noi da parte nostra godiamoci questi ritorni finchè ci sarà qualcuno di interessante da far tornare.
FONTE:ZONAWRESTLING.NET