Dean Ambrose, Seth Rollins, Roman Reigns. Loro sono lo Shield. E a Raw ci hanno detto qualcosa di importante.
Lo Shield ha come proprio obiettivo quello di proteggere la WWE dalle ingiustizie. Non importa che si siano rivelati mercenari al soldo di Paul Heyman, perchè la giustizia, nemmeno quella che si amministra nei nostri tribunali, è gratuita. Ma i tre ragazzi, le tre nuove promesse della WWE, hanno un concetto personale di ingiustizia, che secondo loro è personificata, rappresentata da John Cena.
Lo Shield ha come proprio obiettivo quello di proteggere la WWE dalle ingiustizie. Non importa che si siano rivelati mercenari al soldo di Paul Heyman, perchè la giustizia, nemmeno quella che si amministra nei nostri tribunali, è gratuita. Ma i tre ragazzi, le tre nuove promesse della WWE, hanno un concetto personale di ingiustizia, che secondo loro è personificata, rappresentata da John Cena.
A dire il vero la loro idea non è del tutto originale: già tempo fa Carlito, prima di rassegnare le proprie dimissioni dalla WWE, aveva raggiunto John Cena sul ring manifestando, a suo dire a nome di tutto il backstage, l'insoddisfazione e il malcontento nei confronti del monopolio di cui John Cena ha goduto, nella considerazione della dirigenza, negli ultimi dieci anni. Discorso il suo che, però, non ha avuto alcun ritorno di pubblico sul suo personaggio nè tantomeno evoluzione in termini di storyline.
A ripetere l'esperimento, con maggior successo e risonanza mediatica, è stato CM Punk con la ormai famosissima Pipebomb. In quel promo Punk si è scagliato contro la gestione McMahon, che ha reso uno come John Cena la sua gallina dalle uova d'oro, e ha attaccato direttamente lo stesso John, non come persona, ma a causa dell'idea, imposta dalla WWE, che Cena sia un wrestler migliore di tutti gli altri.
Ma torniamo allo Shield: c'è qualche elemento di novità nella loro invettiva contro John? A me sembra di sì, sembra di averlo intravisto. La WWE è affetta dal c.d."John Cena problem": John Cena sarebbe stato, a detta dei tre giustizieri, il capostipite, il modello, l'apripista di una serie di face senza carisma, senza carattere, senza originalità, fotocopiati sul suo stampo a mò di carta carbone. E gli esempi che hanno citato, guarda caso, sono proprio Sheamus e Ryback, cioè i tag team partner di Cena nel match disputato ad EC. In effetti, come dare torto ai membri dello Shield? John Cena è sempre lo stesso piatto, monotono personaggio buonista che non ha mai modificato il proprio character e i propri modi di fare, incarnando per anni il modello del bravo ragazzo portavoce dei valori della hustle, loyalty e respect. Sheamus da face non mi è mai piaciuto, lo amo come atleta ma lo preferivo nettamente da heel, come una sorta di erede diretto di Triple H: la direzione della WWE è invece completamente opposta, in quanto il progetto futuro è quello di rendere il guerriero celtico il top face di punta della federazione. Su Ryback ho poco da dire: è il classico big man distruttore che tanto piace a Vince e che non spicca particolarmente, tra tanti altri che ci sono stati proposti nel corso degli anni, nè per capacità sul ring nè per carisma.
Il c.d."John Cena problem" quindi esiste, eccome. La WWE tende a forzare ancora oggi la differenza tra face e heel, e a dare forti indicazioni su chi dovremmo tifare. Anche Big Show ha fatto un ragionamento simile su un nuovo face, Alberto del Rio. Big Show si è lamentato del fatto che la WWE aveva deciso di dare al pubblico un nuovo eroe latino per cui tifare, e questo esperimento, che peraltro mi sembra abbastanza riuscito, lo hanno cucito addosso ad Alberto del Rio. E'tuttavia una concezione vecchia quella della distinzione netta tra bad guys and good guys, soprattutto quando il buonismo del personaggio viene usato per coprire evidenti lacune caratteriali e di personalità (mi viene in mente Kofi Kingston). Lo Shield quindi ha denunciato questa ingiustizia: l'ingiustizia di un contesto in cui vale più la popolarità che il talento, il fare presa sul pubblico che la capacità sul quadrato, le scelte dall'alto su chi pushare piuttosto che la spontanea iniziativa individuale (ora mi viene in mente Zack Ryder). Non è quindi un caso che si siano schierati a difesa di CM Punk, colui che è stato campione "in spite of the people", e abbiano attaccato Cena e Rock, i simboli del mercato e della monotonia. Ingiustizia è quindi mandare avanti chi non ha più niente di nuovo da dire, chi non ha più niente di nuovo da dare al business, e campa della rendita che una posizione cristallizzata (Cena) o che un glorioso passato (Rock) gli continua a dare.
Lasciatemi constatare, con un certo orgoglio di squadra, che quel fenomeno che lo Shield ha definito "John Cena problem", già qui su ZonaWrestling, ad opera di Luca Grandi (a cui ne va dato gran merito) l'avevamo già individuato e definito con altrettanta precisione come "johncenamerdismo". Ma analizziamo meglio il concetto, che è già entrato, come in una sorta di Zanichelli, nell'enciclopedia di filosofia del Wrestling: che cos'è il merdismo?
Merdismo è piattume, merdismo è mancanza di idee, merdismo è finto ipocrita buonismo, merdismo è scarsa profondità caratteriale e di personaggio, merdismo è ripetere sempre le stesse due manovre, merdismo è pensare di essere arrivato, merdismo è sentirsi il migliore senza esserlo, senza mettersi in discussione ogni giorno; merdismo è dire cose ovvie, banali, merdismo è non lanciare messaggi di riflessione, ma solo catchphrases. Merdismo è pensare che per fare un buon promo bisogna urlare come un ossesso. Merdismo è pensare di accontentare i fan con promo mediocri, match mediocri, feud mediocri. Merdismo è diventare un supereroe, un cartone animato di sè stesso, dimenticando innanzitutto di essere uomo. Merdismo è diventare una caricatura di un vero uomo, rievocare stereotipi americani e scrivere i propri presunti valori su una maglietta da vendere, il più possibile. Merdismo è smettere di essere una persona e diventare un valore di mercato, una marchetta pubblicitaria da stampare su scatole di cereali alla frutta, affermando addirittura di essere orgoglioso di ritrovare la propria faccia sulla confezione. I valori, sempre che ci siano davvero, non si vendono. E il prezzo che è stato pagato allo Shield, è immateriale: la speranza che questi tre giovani ragazzi, come ha fatto il loro mentore, possano farsi un nome, portare qualcosa di nuovo e farci scudo da ulteriori banalità che non rendono giustizia all'intelligenza dei fan, in una federazione che ormai diventa sempre più simile a Sanremo o ad Amici, piena com'è di cantanti (3MB), ballerini (Clay, Tensai, Fandango), e cantanti-ballerini (Khalì).
Merdismo è dire di amare John Cena, perchè con lui, col suo nome si possono fare buoni affari. E quest'ultima frase, ovviamente, non è mia. I soldi si devono fare, sì: ma devono essere frutto di belle idee, di talento, di grande spettacolo. Non di idee riciclate, di wrestler sopravvalutati, di intrattenimento di basso livello, del riproporre sempre le stesse cose, di match ripetuti. Mi si obietterà: è questo che vuole il pubblico della WWE, gli basta questo. Io dico NO: la massa va educata, va guidata ad apprezzare le cose belle; già oggi la gente ha scarsa coscienza critica e un'intelligenza offuscata dai mass media, non va ulteriormente lobotomizzata, ma anzi, al contrario, va stimolata con cose nuove, con input nuovi. John Cena, mi dispiace: sei diventato il volto di una federazione che sempre più diventa un baraccone di personaggi stereotipati, di falsi eroi e macchiette che non fanno ridere. Almeno, non a me, che continuo, forse illudendomi, ad aspettare che la giustizia, quella vera, arrivi; e che sono orgoglioso di NON vedere la mia faccia su una scatola di cereali alla frutta.
A ripetere l'esperimento, con maggior successo e risonanza mediatica, è stato CM Punk con la ormai famosissima Pipebomb. In quel promo Punk si è scagliato contro la gestione McMahon, che ha reso uno come John Cena la sua gallina dalle uova d'oro, e ha attaccato direttamente lo stesso John, non come persona, ma a causa dell'idea, imposta dalla WWE, che Cena sia un wrestler migliore di tutti gli altri.
Ma torniamo allo Shield: c'è qualche elemento di novità nella loro invettiva contro John? A me sembra di sì, sembra di averlo intravisto. La WWE è affetta dal c.d."John Cena problem": John Cena sarebbe stato, a detta dei tre giustizieri, il capostipite, il modello, l'apripista di una serie di face senza carisma, senza carattere, senza originalità, fotocopiati sul suo stampo a mò di carta carbone. E gli esempi che hanno citato, guarda caso, sono proprio Sheamus e Ryback, cioè i tag team partner di Cena nel match disputato ad EC. In effetti, come dare torto ai membri dello Shield? John Cena è sempre lo stesso piatto, monotono personaggio buonista che non ha mai modificato il proprio character e i propri modi di fare, incarnando per anni il modello del bravo ragazzo portavoce dei valori della hustle, loyalty e respect. Sheamus da face non mi è mai piaciuto, lo amo come atleta ma lo preferivo nettamente da heel, come una sorta di erede diretto di Triple H: la direzione della WWE è invece completamente opposta, in quanto il progetto futuro è quello di rendere il guerriero celtico il top face di punta della federazione. Su Ryback ho poco da dire: è il classico big man distruttore che tanto piace a Vince e che non spicca particolarmente, tra tanti altri che ci sono stati proposti nel corso degli anni, nè per capacità sul ring nè per carisma.
Il c.d."John Cena problem" quindi esiste, eccome. La WWE tende a forzare ancora oggi la differenza tra face e heel, e a dare forti indicazioni su chi dovremmo tifare. Anche Big Show ha fatto un ragionamento simile su un nuovo face, Alberto del Rio. Big Show si è lamentato del fatto che la WWE aveva deciso di dare al pubblico un nuovo eroe latino per cui tifare, e questo esperimento, che peraltro mi sembra abbastanza riuscito, lo hanno cucito addosso ad Alberto del Rio. E'tuttavia una concezione vecchia quella della distinzione netta tra bad guys and good guys, soprattutto quando il buonismo del personaggio viene usato per coprire evidenti lacune caratteriali e di personalità (mi viene in mente Kofi Kingston). Lo Shield quindi ha denunciato questa ingiustizia: l'ingiustizia di un contesto in cui vale più la popolarità che il talento, il fare presa sul pubblico che la capacità sul quadrato, le scelte dall'alto su chi pushare piuttosto che la spontanea iniziativa individuale (ora mi viene in mente Zack Ryder). Non è quindi un caso che si siano schierati a difesa di CM Punk, colui che è stato campione "in spite of the people", e abbiano attaccato Cena e Rock, i simboli del mercato e della monotonia. Ingiustizia è quindi mandare avanti chi non ha più niente di nuovo da dire, chi non ha più niente di nuovo da dare al business, e campa della rendita che una posizione cristallizzata (Cena) o che un glorioso passato (Rock) gli continua a dare.
Lasciatemi constatare, con un certo orgoglio di squadra, che quel fenomeno che lo Shield ha definito "John Cena problem", già qui su ZonaWrestling, ad opera di Luca Grandi (a cui ne va dato gran merito) l'avevamo già individuato e definito con altrettanta precisione come "johncenamerdismo". Ma analizziamo meglio il concetto, che è già entrato, come in una sorta di Zanichelli, nell'enciclopedia di filosofia del Wrestling: che cos'è il merdismo?
Merdismo è piattume, merdismo è mancanza di idee, merdismo è finto ipocrita buonismo, merdismo è scarsa profondità caratteriale e di personaggio, merdismo è ripetere sempre le stesse due manovre, merdismo è pensare di essere arrivato, merdismo è sentirsi il migliore senza esserlo, senza mettersi in discussione ogni giorno; merdismo è dire cose ovvie, banali, merdismo è non lanciare messaggi di riflessione, ma solo catchphrases. Merdismo è pensare che per fare un buon promo bisogna urlare come un ossesso. Merdismo è pensare di accontentare i fan con promo mediocri, match mediocri, feud mediocri. Merdismo è diventare un supereroe, un cartone animato di sè stesso, dimenticando innanzitutto di essere uomo. Merdismo è diventare una caricatura di un vero uomo, rievocare stereotipi americani e scrivere i propri presunti valori su una maglietta da vendere, il più possibile. Merdismo è smettere di essere una persona e diventare un valore di mercato, una marchetta pubblicitaria da stampare su scatole di cereali alla frutta, affermando addirittura di essere orgoglioso di ritrovare la propria faccia sulla confezione. I valori, sempre che ci siano davvero, non si vendono. E il prezzo che è stato pagato allo Shield, è immateriale: la speranza che questi tre giovani ragazzi, come ha fatto il loro mentore, possano farsi un nome, portare qualcosa di nuovo e farci scudo da ulteriori banalità che non rendono giustizia all'intelligenza dei fan, in una federazione che ormai diventa sempre più simile a Sanremo o ad Amici, piena com'è di cantanti (3MB), ballerini (Clay, Tensai, Fandango), e cantanti-ballerini (Khalì).
Merdismo è dire di amare John Cena, perchè con lui, col suo nome si possono fare buoni affari. E quest'ultima frase, ovviamente, non è mia. I soldi si devono fare, sì: ma devono essere frutto di belle idee, di talento, di grande spettacolo. Non di idee riciclate, di wrestler sopravvalutati, di intrattenimento di basso livello, del riproporre sempre le stesse cose, di match ripetuti. Mi si obietterà: è questo che vuole il pubblico della WWE, gli basta questo. Io dico NO: la massa va educata, va guidata ad apprezzare le cose belle; già oggi la gente ha scarsa coscienza critica e un'intelligenza offuscata dai mass media, non va ulteriormente lobotomizzata, ma anzi, al contrario, va stimolata con cose nuove, con input nuovi. John Cena, mi dispiace: sei diventato il volto di una federazione che sempre più diventa un baraccone di personaggi stereotipati, di falsi eroi e macchiette che non fanno ridere. Almeno, non a me, che continuo, forse illudendomi, ad aspettare che la giustizia, quella vera, arrivi; e che sono orgoglioso di NON vedere la mia faccia su una scatola di cereali alla frutta.
FONTE:ZONAWRESTLING.NET