Negli scorsi giorni una news comparsa sulla newsboard di Zona Wrestling ha scatenato il putiferio fra gli utenti lettori del nostro amato sito. La notizia parlava di unificazione dei roster, Raw e Smackdown. Chiaramente qualcuno è favorevole e qualcuno no, e naturalmente le discussioni si sono sprecate.
Proviamo quest'oggi a fare un po' di chiarezza e cerchiamo di spiegare che cosa è stata la divisione dei roster, quanto realmente è durata e soprattutto a cosa è servita, premettendo che comunque sia se davvero la WWE ha oggi intenzione di unificare i roster, la mossa sarebbe soltanto pubblicitaria, perché ora come ora i roster sono già unificati e l'unica maschera che divide Raw e Smackdown è solo un modo per fare più house show e quindi più soldi.
Sin dal momento del suo distacco dalla National Wrestling Alliance, la WWE è stata una compagnia a roster unico, passato attraverso la monopolizzazione del mercato, alla guerra con la WCW e al grande successo dell'Era Attitude. Roster unico. Unico anche quando nel 1999 nasce Smackdown, un altro show da due ore, nato per la tv in chiaro e che ospita le stesse identiche stelle di Raw, possiamo di fatto considerarlo una continuazione dello show rosso al Giovedì, seppur meno importante.
Nel 2001 la WWE si trova protagonista di una nuova svolta, compra infatti, prima la WCW e poi la ECW, la prima messa in vendita da Ted Turner, la seconda sull'orlo del fallimento. Di queste due Vince McMahon rileva parecchi contratti fra wrestler, manager, arbitri ecc. Il roster a questo punto è molto allargato e un roster unico prevedeva troppo pochi titoli, quindi la compagnia escogita una storyline che porti alla divisione in parti uguali della compagnia. Nella seconda metà del 2002 Raw e Smackdown non sono più solo due show, ma due federazioni nella federazione. Ognuno ha i suoi lottatori, ognuno ha i suoi arbitri, i suoi manager, i suoi commentatori e il suo General Manager.
Uno di questi General Manager, quello di Smackdown, è Stephanie McMahon, che riesce a strappare a Brock Lesnar, il campione, un contratto di esclusiva per apparire soltanto a Smackdown, nonostante l'accordo fosse che il campione potesse e dovesse apparire in entrambi gli show dovendosi difendere dalle sfide dei main eventer di entrambi i roster. A questo punto nella testa di Vince McMahon si fa largo il pensiero di dividere in maniera ancora più forte i due gruppi, mette il vecchio titolo del mondo della WCW a Raw e comincia a parlare di PPV only brand.
All'inizio del 2003 i roster sono divisi quasi completamente, e sul finire dell'anno cominciano anche i PPV only brand. Soltanto nei big four, adesso, vediamo sia lottatori di Raw che di Smackdown, e a Wrestlemania assaporiamo anche alcuni match interpromozionali, come Lesnar vs Goldberg e Undertaker vs Kane. Per tutto il 2004 i roster restano divisi con Vince McMahon convinto della mossa, mossa che però serve soltanto a caricare il pubblico e costruire la storyline che nella seconda metà del 2005 metterà praticamente la parola fine alla divisione ferrea dei due roster. Infatti, parte Raw vs Smackdown, storyline che nel giro di qualche mese finisce ma che lascia l'eredità di una divisione che non vedremo più cosi forte.
Infatti nel giro di qualche anno i PPV only brand vengono messi da parte, troppo poco star power e qualità pessima sotto il main eventing. Arriva poi la nuova ECW e per questo l'attenzione si sposta sempre di più, le draft lottery si fanno ma dopo qualche settimana la divisione appena definita viene smontata.
Tirando le somme, ci accorgiamo che quella della divisione dei roster è stata praticamente una storyline, servita a fare soldi e attirare più pubblico. Raw e Smackdown hanno comportato due titoli, questi due titoli hanno permesso due house show in più a settimana, con due tour internazionali differenti ogni 4 mesi. Si è potuto allargare il roster e creare più superstar con più merchandising, anche se in definitiva quelli davvero diventati grandi lo hanno fatto a Raw. Esempi: Edge, John Cena, Batista. Per il loro lancio nell'olimpo o per la consacrazione erano nello show rosso, sintomo che quello è sempre stato lo show numero uno. Dividere per riunire quando il pubblico avrà fame di questo. Un ragionamento che un uomo d'affari come Vince McMahon ha fatto molto velocemente e ha realizzato senza troppi patemi. Il problema è che sono passati dieci anni, e molti ragazzini che oggi pensano di conoscere la storia della WWE, non capiscono che bisogna andare oltre dieci anni fa.
La WWE ha un roster unico oggi come oggi, e lo aveva anche ieri. La divisione dei roster è stata una parentesi che necessariamente era destinata a chiudersi. Chiaramente se qualcuno mi dice preferisco i roster divisi, io non posso che alzare le mani, ognuno ha le sue preferenze, ma non venitemi a dire "a che bei tempi i roster divisi", perché di tempi ce ne sono molto più vecchi, e la WWE non sta affatto impazzendo, sta semplicemente tornando alla sua naturale conformazione.
Sin dal momento del suo distacco dalla National Wrestling Alliance, la WWE è stata una compagnia a roster unico, passato attraverso la monopolizzazione del mercato, alla guerra con la WCW e al grande successo dell'Era Attitude. Roster unico. Unico anche quando nel 1999 nasce Smackdown, un altro show da due ore, nato per la tv in chiaro e che ospita le stesse identiche stelle di Raw, possiamo di fatto considerarlo una continuazione dello show rosso al Giovedì, seppur meno importante.
Nel 2001 la WWE si trova protagonista di una nuova svolta, compra infatti, prima la WCW e poi la ECW, la prima messa in vendita da Ted Turner, la seconda sull'orlo del fallimento. Di queste due Vince McMahon rileva parecchi contratti fra wrestler, manager, arbitri ecc. Il roster a questo punto è molto allargato e un roster unico prevedeva troppo pochi titoli, quindi la compagnia escogita una storyline che porti alla divisione in parti uguali della compagnia. Nella seconda metà del 2002 Raw e Smackdown non sono più solo due show, ma due federazioni nella federazione. Ognuno ha i suoi lottatori, ognuno ha i suoi arbitri, i suoi manager, i suoi commentatori e il suo General Manager.
Uno di questi General Manager, quello di Smackdown, è Stephanie McMahon, che riesce a strappare a Brock Lesnar, il campione, un contratto di esclusiva per apparire soltanto a Smackdown, nonostante l'accordo fosse che il campione potesse e dovesse apparire in entrambi gli show dovendosi difendere dalle sfide dei main eventer di entrambi i roster. A questo punto nella testa di Vince McMahon si fa largo il pensiero di dividere in maniera ancora più forte i due gruppi, mette il vecchio titolo del mondo della WCW a Raw e comincia a parlare di PPV only brand.
All'inizio del 2003 i roster sono divisi quasi completamente, e sul finire dell'anno cominciano anche i PPV only brand. Soltanto nei big four, adesso, vediamo sia lottatori di Raw che di Smackdown, e a Wrestlemania assaporiamo anche alcuni match interpromozionali, come Lesnar vs Goldberg e Undertaker vs Kane. Per tutto il 2004 i roster restano divisi con Vince McMahon convinto della mossa, mossa che però serve soltanto a caricare il pubblico e costruire la storyline che nella seconda metà del 2005 metterà praticamente la parola fine alla divisione ferrea dei due roster. Infatti, parte Raw vs Smackdown, storyline che nel giro di qualche mese finisce ma che lascia l'eredità di una divisione che non vedremo più cosi forte.
Infatti nel giro di qualche anno i PPV only brand vengono messi da parte, troppo poco star power e qualità pessima sotto il main eventing. Arriva poi la nuova ECW e per questo l'attenzione si sposta sempre di più, le draft lottery si fanno ma dopo qualche settimana la divisione appena definita viene smontata.
Tirando le somme, ci accorgiamo che quella della divisione dei roster è stata praticamente una storyline, servita a fare soldi e attirare più pubblico. Raw e Smackdown hanno comportato due titoli, questi due titoli hanno permesso due house show in più a settimana, con due tour internazionali differenti ogni 4 mesi. Si è potuto allargare il roster e creare più superstar con più merchandising, anche se in definitiva quelli davvero diventati grandi lo hanno fatto a Raw. Esempi: Edge, John Cena, Batista. Per il loro lancio nell'olimpo o per la consacrazione erano nello show rosso, sintomo che quello è sempre stato lo show numero uno. Dividere per riunire quando il pubblico avrà fame di questo. Un ragionamento che un uomo d'affari come Vince McMahon ha fatto molto velocemente e ha realizzato senza troppi patemi. Il problema è che sono passati dieci anni, e molti ragazzini che oggi pensano di conoscere la storia della WWE, non capiscono che bisogna andare oltre dieci anni fa.
La WWE ha un roster unico oggi come oggi, e lo aveva anche ieri. La divisione dei roster è stata una parentesi che necessariamente era destinata a chiudersi. Chiaramente se qualcuno mi dice preferisco i roster divisi, io non posso che alzare le mani, ognuno ha le sue preferenze, ma non venitemi a dire "a che bei tempi i roster divisi", perché di tempi ce ne sono molto più vecchi, e la WWE non sta affatto impazzendo, sta semplicemente tornando alla sua naturale conformazione.
FONTE:ZONAWRESTLING.NET