Il wrestling ha perso. Non ci sono stati due wrestler rivali, due atleti rivali.
A Phoenix abbiamo visto contrapposti un wrestler, uno dei migliori al mondo, un grande atleta e anche un grande intrattenitore al microfono con un carisma eccezionale; ed un attore, con un carisma altrettanto eccezionale e con un passato, lontano anni luce, da wrestler.
A Phoenix abbiamo visto contrapposti un wrestler, uno dei migliori al mondo, un grande atleta e anche un grande intrattenitore al microfono con un carisma eccezionale; ed un attore, con un carisma altrettanto eccezionale e con un passato, lontano anni luce, da wrestler.
Un passato talmente lontano da non consentire a Dwayne Johnson di eseguire decentemente una singola manovra, che fosse un semplice stomp o una ddt o un braccio teso, limitandosi a sembrare un toro senza energia che lasciava il suo sudore di qua e di là. Un match condotto esclusivamente da CM Punk, chiamato all'arduo compito di far uscire champagne da una rapa, cosa che, neanche spremendola tutta, è riuscito a fare. Fa specie vedere che un wrestler completo, che ha eseguito il flying elbow smash, l'anaconda vise e ha mostrato tutta la sua tecnica, abbia dovuto cedere il titolo dopo una semplice gomitata in caduta. Eppure così è stato. Il disrespect della WWE nei confronti di CM Punk, il fatto di non averlo mai considerato davvero un main eventer si è manifestato in tutta la sua evidenza alla Royal Rumble, dove ha prevalso immeritatamente l'esigenza del mercato, del vendere il Twice in a Lifetime. Come una triste veggente del malaugurio, sono stato l'unico a pronosticare nella nostra preview la disfatta del best in the world, che era chiara fin dal lontano 25 luglio: e così come avevo detto, il 27 gennaio è stata scritta una delle pagine più nere degli ultimi anni, nonchè la realizzazione nella stessa sera dei miei due peggiori incubi. John Cena che vince la Rumble e la fine del regno di CM Punk. Ma come mi ero augurato nella preview, Punk ha mostrato di che pasta è fatto: il match è stato dominato e diretto interamente da lui, con il grande e grosso Brahma Bull che non ha fatto altro che farsi trascinare, malamente, per tutta la durata dell'incontro, in modo così svogliato e poco convincente che neanche lo spanish table ha voluto venirgli incontro. Voto al lottato di Punk: 7. Voto al lottato di Rock: 0. Voto match: 5.
Ma i segnali della disfatta c'erano tutti: appena ho visto la signora Johnson tra il pubblico, mi sono preparato alla fine. The Rock è stato il concentrato della retorica buonista e delle frasi fatte, finora prerogativa esclusiva di John Cena. Non mi stupisce affatto allora che i promo di Cena siano peggiorati notevolmente negli ultimi mesi: tutte le minchiate sul never give up, sul non arrendersi mai, sul cadere e rialzarsi, ormai The Rock gliele ha usurpate, e tutte le critiche che Rock aveva mosso a John, beh, ormai le può tranquillamente ritorcere contro sè stesso. Il potere della gente, di dio, del popolo, che conta, non è vero che non conta, ma conta, è quanto di più superficiale e scontato potesse dire; e il riferimento al tumore della madre è stato ulteriormente di cattivo gusto e fuori tema. Muovere a pietà la gente, fare retorica sulle malattie, invocare la carica dal pubblico, clichè banali che non ti aspetti da uno col suo carisma. Una sensazione di sconcerto tale non l'avevo dai tempi in cui Rey Mysterio si gasava alla Rumble e a WrestleMania22 facendo sembrare che Eddie gli mandasse l'energia dal cielo. Rocky si è trasformato nella sua nemesi: The Rock è John Cena. Ripeto: The Rock e John Cena sono la stessa persona. Rock ha fatto il classico match alla Cena "old style": subisce per tutto il match, sembra morto e poi vince con una gomitata. E poi, scontatissimo, la frase da eroe del tutto ovvia, che interrompe McMahon e dice "no, no" mentre vomita lacrime e sudore, "non sarai tu a togliergli la cintura, ma io..fai ripartire il match"..bleah!! Ma non siamo più negli anni '80 con i supereroi del bene contro il male! Cena quindi deve stare molto attento: Dwayne Johnson gli ha rubato la gimmick. Voto al promo di Rock: 0.
Sono state chiamate in ballo durante questo feud due visioni di dio: Punk che ha sfidato Rock dicendo che aveva le braccia troppo corte per lottare con dio; Rock invece ha invocato dio, come se avesse ricevuto una investitura divina per liberare la WWE dal regno del male di Punk. Beh, che visione preferite? Quella di chi si definisce un dio del wrestling e lo ha provato in tutti gli ultimi sette anni, e poi consecutivamente per 434 giorni, stabilendo il record del regno più lungo dell'ultimo lustro? O quella di chi invoca la gente, si fa chiamare campione della gente, per fare canzonette e offese a sfondo sessuale ed essere talmente pieno di sè da presentarsi totalmente arrugginito ad un evento tanto atteso e programmato da sei mesi? La mia risposta è chiara: Rock's arms are too short to boxe with Punk. E il grande Phil ha detto una cosa saggia a Raw: è lui che sta concedendo un rematch a Rocky, e non viceversa...
Come ha detto qualcuno, è stata la Royal Rumble della Restaurazione. La WWE non ha voluto diluire nei prossimi due mesi la costruzione dei feud principali e già ci ha, a chiare lettere, confermato che il Twice in a Lifetime ci sarà. Il Royal Rumble match, che oggi dovrebbe servire a lanciare le star del futuro (come Alberto, Sheamus negli anni precedenti ) l'hanno fatto vincere a Cena, tra lo sdegno e i fischi che da Phoenix si sono estesi fino a Las Vegas. Vedere Cena che urla "I'm going to WrestleMania" davanti la camera, con quella faccia inespressiva da cereale alla frutta muffito dentro la confezione, è stato come ricevere un calcio nelle palle con le Alpinestars. Il wrestling ha perso anche durante il royal rumble match. Basti considerare che gli ultimi due rimasti erano Cena e Ryback per capire a che punto siamo arrivati. WrestleMania di rematch, WrestleMania che non lascia spazio ai giovani, tutto è stato già detto dai nostri lettori nei tantissimi commenti di questi giorni nella newsboard. Dopo aver detto tanto, e tanto su Punk e su Rock nell'ultimo mese, e aver dedicato i miei editoriali solo a loro, lasciatemi a questa riflessione finale.
Il wrestling ha perso. Il wrestling inteso come fantasia, come combinazioni diverse, come azzardo, come sfida, come voglia di osare, come sorpresa, come soluzioni inaspettate, ha perso. Avremo due scontatissimi rematch a WrestleMania, e di tutte le congetture che c'erano per la Royal Rumble, come l'incasso della valigetta o addirittura l'unificazione dei titoli, non c'è stato niente. Niente di niente. La Road to WrestleMania inizia veramente male, e la WWE, che ha a sua disposizione un roster esplosivo con il ritorno di Jericho e di Lesnar, ha perso completamente il treno per darci qualcosa di nuovo, qualcosa di originale, una strada diversa per farci riaccendere la fiamma verso questa disciplina e verso questa federazione, che per me, alla RR, ha sbagliato completamente tutto. Azzardo, voglia di osare, sfida, questo per me è stato, questo per me ha simboleggiato CM Punk fin dal 17 luglio 2011. E'lui che ha tenuto accesa la mia fiamma per tutti questi ultimi due anni, soprattutto dopo il ritiro della Rated-R Superstar. E ora, vedere la cintura temporaneamente in mano ad un attore, per poi farla ricadere nelle mani di John Cena per la tredicesima volta, mi dà il voltastomaco. La sconfitta di Cena dell'anno scorso, la dovremo, scusate il francesismo, cagare con gli interessi. Perchè non solo si riprenderà il job, ma si riprenderà anche la cintura. Il wrestling ha perso. Ma Punk ha vinto: ha detto bene, tra vent'anni tutti diranno che era un genio. E sia io, modestamente, che tutto il team#kneestofaces, ce ne siamo accorti con largo anticipo. Quella cintura ha recuperato valore, proprio grazie al suo regno così lungo. Questo numero, 434, è già leggenda. E quello che mi ha comunque fatto andare a letto tranquillo, finita questa edizione terribile della Royal Rumble, è sapere che Phil Brooks è passato da fare da pezzo di scenografia per l'entrata di Cena a WM22, a staccare già, a 34 anni, un biglietto sicuro per la Hall of Fame come campione WWE più longevo della storia recente della compagnia. Ma prima di quel momento, ne sono certo, ce ne regalerà ancora delle belle.
Ma i segnali della disfatta c'erano tutti: appena ho visto la signora Johnson tra il pubblico, mi sono preparato alla fine. The Rock è stato il concentrato della retorica buonista e delle frasi fatte, finora prerogativa esclusiva di John Cena. Non mi stupisce affatto allora che i promo di Cena siano peggiorati notevolmente negli ultimi mesi: tutte le minchiate sul never give up, sul non arrendersi mai, sul cadere e rialzarsi, ormai The Rock gliele ha usurpate, e tutte le critiche che Rock aveva mosso a John, beh, ormai le può tranquillamente ritorcere contro sè stesso. Il potere della gente, di dio, del popolo, che conta, non è vero che non conta, ma conta, è quanto di più superficiale e scontato potesse dire; e il riferimento al tumore della madre è stato ulteriormente di cattivo gusto e fuori tema. Muovere a pietà la gente, fare retorica sulle malattie, invocare la carica dal pubblico, clichè banali che non ti aspetti da uno col suo carisma. Una sensazione di sconcerto tale non l'avevo dai tempi in cui Rey Mysterio si gasava alla Rumble e a WrestleMania22 facendo sembrare che Eddie gli mandasse l'energia dal cielo. Rocky si è trasformato nella sua nemesi: The Rock è John Cena. Ripeto: The Rock e John Cena sono la stessa persona. Rock ha fatto il classico match alla Cena "old style": subisce per tutto il match, sembra morto e poi vince con una gomitata. E poi, scontatissimo, la frase da eroe del tutto ovvia, che interrompe McMahon e dice "no, no" mentre vomita lacrime e sudore, "non sarai tu a togliergli la cintura, ma io..fai ripartire il match"..bleah!! Ma non siamo più negli anni '80 con i supereroi del bene contro il male! Cena quindi deve stare molto attento: Dwayne Johnson gli ha rubato la gimmick. Voto al promo di Rock: 0.
Sono state chiamate in ballo durante questo feud due visioni di dio: Punk che ha sfidato Rock dicendo che aveva le braccia troppo corte per lottare con dio; Rock invece ha invocato dio, come se avesse ricevuto una investitura divina per liberare la WWE dal regno del male di Punk. Beh, che visione preferite? Quella di chi si definisce un dio del wrestling e lo ha provato in tutti gli ultimi sette anni, e poi consecutivamente per 434 giorni, stabilendo il record del regno più lungo dell'ultimo lustro? O quella di chi invoca la gente, si fa chiamare campione della gente, per fare canzonette e offese a sfondo sessuale ed essere talmente pieno di sè da presentarsi totalmente arrugginito ad un evento tanto atteso e programmato da sei mesi? La mia risposta è chiara: Rock's arms are too short to boxe with Punk. E il grande Phil ha detto una cosa saggia a Raw: è lui che sta concedendo un rematch a Rocky, e non viceversa...
Come ha detto qualcuno, è stata la Royal Rumble della Restaurazione. La WWE non ha voluto diluire nei prossimi due mesi la costruzione dei feud principali e già ci ha, a chiare lettere, confermato che il Twice in a Lifetime ci sarà. Il Royal Rumble match, che oggi dovrebbe servire a lanciare le star del futuro (come Alberto, Sheamus negli anni precedenti ) l'hanno fatto vincere a Cena, tra lo sdegno e i fischi che da Phoenix si sono estesi fino a Las Vegas. Vedere Cena che urla "I'm going to WrestleMania" davanti la camera, con quella faccia inespressiva da cereale alla frutta muffito dentro la confezione, è stato come ricevere un calcio nelle palle con le Alpinestars. Il wrestling ha perso anche durante il royal rumble match. Basti considerare che gli ultimi due rimasti erano Cena e Ryback per capire a che punto siamo arrivati. WrestleMania di rematch, WrestleMania che non lascia spazio ai giovani, tutto è stato già detto dai nostri lettori nei tantissimi commenti di questi giorni nella newsboard. Dopo aver detto tanto, e tanto su Punk e su Rock nell'ultimo mese, e aver dedicato i miei editoriali solo a loro, lasciatemi a questa riflessione finale.
Il wrestling ha perso. Il wrestling inteso come fantasia, come combinazioni diverse, come azzardo, come sfida, come voglia di osare, come sorpresa, come soluzioni inaspettate, ha perso. Avremo due scontatissimi rematch a WrestleMania, e di tutte le congetture che c'erano per la Royal Rumble, come l'incasso della valigetta o addirittura l'unificazione dei titoli, non c'è stato niente. Niente di niente. La Road to WrestleMania inizia veramente male, e la WWE, che ha a sua disposizione un roster esplosivo con il ritorno di Jericho e di Lesnar, ha perso completamente il treno per darci qualcosa di nuovo, qualcosa di originale, una strada diversa per farci riaccendere la fiamma verso questa disciplina e verso questa federazione, che per me, alla RR, ha sbagliato completamente tutto. Azzardo, voglia di osare, sfida, questo per me è stato, questo per me ha simboleggiato CM Punk fin dal 17 luglio 2011. E'lui che ha tenuto accesa la mia fiamma per tutti questi ultimi due anni, soprattutto dopo il ritiro della Rated-R Superstar. E ora, vedere la cintura temporaneamente in mano ad un attore, per poi farla ricadere nelle mani di John Cena per la tredicesima volta, mi dà il voltastomaco. La sconfitta di Cena dell'anno scorso, la dovremo, scusate il francesismo, cagare con gli interessi. Perchè non solo si riprenderà il job, ma si riprenderà anche la cintura. Il wrestling ha perso. Ma Punk ha vinto: ha detto bene, tra vent'anni tutti diranno che era un genio. E sia io, modestamente, che tutto il team#kneestofaces, ce ne siamo accorti con largo anticipo. Quella cintura ha recuperato valore, proprio grazie al suo regno così lungo. Questo numero, 434, è già leggenda. E quello che mi ha comunque fatto andare a letto tranquillo, finita questa edizione terribile della Royal Rumble, è sapere che Phil Brooks è passato da fare da pezzo di scenografia per l'entrata di Cena a WM22, a staccare già, a 34 anni, un biglietto sicuro per la Hall of Fame come campione WWE più longevo della storia recente della compagnia. Ma prima di quel momento, ne sono certo, ce ne regalerà ancora delle belle.
FONTE:ZONAWRESTLING.NET