Mi sono avvicinato con il consueto distacco post Wrestlemania all’edizione di quest’anno di Extreme Rules, principalmente per una card largamente inadeguata. Ma se con la parte bassa, di questi tempi, bisogna avere un po’ di pazienza e comprendere la fisiologicità del momento, con la faida del titolo WWE non accetto scuse. L’inadeguatezza di Ryback nell’essere il centro del mondo a Raw questo lunedì, si è palesata abbastanza evidentemente. Come durante il match durante il ppv, in cui ha mostrato ottime capacità di sollevatore di John Cena, in versione sacco di patate e altrettante mediocri capacità di brawling.
E’ una vecchia storia quella del big man incapace che si affina durante la sua esperienza da main eventer. Chi ricorda il primissimo Batista in area main event? Era terribile, ma per una serie di ragioni, fortunate e sfortuntate coincidenze riuscì a trovare la sua dimensione di distruttore con ottime capacità di interazione con il pubblico. L’ottimo scouting di un tempo, riuscì a intravedere nel diamante grezzo che era, un valore generativo di soldi. Non è colpa di Ryback se trasmette questo senso di inadeguatezza, non sono così estremo da non vedere e capire il suo tentativo di portarsi al limite delle proprie capacità. E’ un trentenne che si gioca l’occasione della vita, con tutto quello che può portare sul piatto del gioco.
Io credo profondamente, che ci sia una stortura evidente nel sistema NXT che cercano di venderci come il migliore possibile, di cui Ryback adesso rappresenta la punta dell’iceberg. L’impianto che la WWE si è voluta dare per la selezione, la crescita e la promozione nel main roster è sostanziamente chiuso da ogni punto di vista. Non mi stupisco che chi ha veramente sfondato nei cuori dei fan, abbia a curriculum esperienza precedenti importanti.
Sapete a chi mi riferisco, non serve ripetere i nomi di oggi che hanno avuto solide basi tra le vere federazioni indipendenti. Austin, HHH, The Undertaker, tre nomi mostruosi del passato che hanno avuto in comune almeno una esperienza in WCW.
Dimostrazione che carriere costruite dalla monogamia con una sola compagnia portano a risultati mai unanimi. Ma evidentemente gli stessi Mc Mahon, ancora oggi si sognano l'ei fu WCW Power Plant. Struttura sulla carta perfetta, ma dai risultati quasi sempre mediocri. Certo, negli anni dei Cena, Orton, Batista, Lesnar erano molto più rare le contaminazioni dalle indipendenti, ma la qualità della selezione erano oggettivamente migliori.
Ryback, dicevamo, è quanto di peggio possa esprimere questo modus operandi. Aldilà della posizione nella card, lo troverò sempre fuori posto. Perdonate l’insistenza, ma non posso considerare grandioso un promo sopra una ambulanza, dove gli si leggeva negli occhi il terrore di stare dentro al tempo predefinito e di scandire bene le parole per risultare più minaccioso.
Questa è roba che la seconda metà degli anni novanta nella storia del wrestling, ha, senza pietà, spazzato via. La gimmick del “gorilla”, dopo aver visto Austin ai tempi belli, Nash e Hall quando comandavano i tempi di Nitro, la trovo credibile al pari di un Fandango o della comica di Lord Tensai.
Capisco anche che la storia deve avere una sua ciclicità, per cui si devono ricreare le condizioni invernali per avere una nuova primavera; ma questo vuole anche dire tirare la corda con chi in questi anni a seguito fedelmente la compagnia. Rischio calcolato? Poco importa, nel 2013 sembra di essere ancora nello scorso decennio, dove le faide le vinceva facile, dopo qualche stipulazione tirata, dopo una serie di incontri nei pay per view secondari.
Io credo profondamente, che ci sia una stortura evidente nel sistema NXT che cercano di venderci come il migliore possibile, di cui Ryback adesso rappresenta la punta dell’iceberg. L’impianto che la WWE si è voluta dare per la selezione, la crescita e la promozione nel main roster è sostanziamente chiuso da ogni punto di vista. Non mi stupisco che chi ha veramente sfondato nei cuori dei fan, abbia a curriculum esperienza precedenti importanti.
Sapete a chi mi riferisco, non serve ripetere i nomi di oggi che hanno avuto solide basi tra le vere federazioni indipendenti. Austin, HHH, The Undertaker, tre nomi mostruosi del passato che hanno avuto in comune almeno una esperienza in WCW.
Dimostrazione che carriere costruite dalla monogamia con una sola compagnia portano a risultati mai unanimi. Ma evidentemente gli stessi Mc Mahon, ancora oggi si sognano l'ei fu WCW Power Plant. Struttura sulla carta perfetta, ma dai risultati quasi sempre mediocri. Certo, negli anni dei Cena, Orton, Batista, Lesnar erano molto più rare le contaminazioni dalle indipendenti, ma la qualità della selezione erano oggettivamente migliori.
Ryback, dicevamo, è quanto di peggio possa esprimere questo modus operandi. Aldilà della posizione nella card, lo troverò sempre fuori posto. Perdonate l’insistenza, ma non posso considerare grandioso un promo sopra una ambulanza, dove gli si leggeva negli occhi il terrore di stare dentro al tempo predefinito e di scandire bene le parole per risultare più minaccioso.
Questa è roba che la seconda metà degli anni novanta nella storia del wrestling, ha, senza pietà, spazzato via. La gimmick del “gorilla”, dopo aver visto Austin ai tempi belli, Nash e Hall quando comandavano i tempi di Nitro, la trovo credibile al pari di un Fandango o della comica di Lord Tensai.
Capisco anche che la storia deve avere una sua ciclicità, per cui si devono ricreare le condizioni invernali per avere una nuova primavera; ma questo vuole anche dire tirare la corda con chi in questi anni a seguito fedelmente la compagnia. Rischio calcolato? Poco importa, nel 2013 sembra di essere ancora nello scorso decennio, dove le faide le vinceva facile, dopo qualche stipulazione tirata, dopo una serie di incontri nei pay per view secondari.
FONTE:ZONAWRESTLING.NET